REDAZIONE VIAREGGIO

Omicidi e misteri ancora impuniti La lunga scia di sangue senza verità

Da Solferina Garrè del 1908 fino agli episodi più recenti come la scomparsa di Cinzia Bernardo nel 2001

La cronaca di questo secolo ma soprattutto di quello passato ci propone una serie di storie di nera che non hanno avuto l’epilogo sperato dall’opinione pubblica e ovviamente dagli stessi investigatori: i responsabili del delitto assicurati alla giustizia, arrestati, processati e in carcere a scontare la giusta pena. Ce lo ricordano le storie che si tramandano di bocca in bocca. Partendo da Camaiore, per arrivare a Viareggio e dintorni. Un viaggio nella cronaca nera della Versilia con una serie di omicidi rimasti nell’immaginario collettivo e, purtroppo, mai risolti.

Uno degli episodi che hanno segnato il secolo scorso - immaginate l’eco che può avere avuto nell’anno di grazia 1908 - è stato (come ha più volte sottolineato lo storico viareggino Riccardo Mazzoni) l’uccisione di Solferina Garré avvenuta nell’autunno 1908 nella villa della sua famiglia a Lido di Camaiore, per la precisione nella zona del Secco.

Qualcuno, mai identificato, sparò da una finestra aperta sulla strada un colpo di fucile contro la donna (sposata con un industriale ligure) uccidendola sul colpo: la vittima venne colpita alla testa. Le indagini non riuscirono mai a trovare il filo del bandolo per arrivare all’autore del delitto e all’eventuale mandante. L’ipotesi della vendetta nei confronti della famiglia Garré (agiata e proprietaria di molti terreni nell’area del Secco) è quella che godeva di maggior credito. Ma senza prove, gli inquirenti furono costretti alla resa. E un delitto senza colpevole, o meglio un colpevole c’è stato e ha scontato una parte di pena ma quasi certamente da innocente, è quello che negli anni ‘30, siamo in pieno Ventennio, vide come vittima il 18enne Ottavio Barsottelli.

La sera dell’11 settembre 1931, il ragazzo venne legato ai binari della linea ferroviaria e il suo corpo orrendamente mutilato da un convoglio in arrivo. La vittima, prima di morire, rivelò il nome degli aggressori ma coloro che vennero indicati come i killer si sono sempre dichiarati innocenti. Solo anni più tardi, nel dopo- guerra sarebbe emersa la verità-verità: gli autori ottennero però la grazia...

A cavallo del nuovo e vecchio secolo, partendo dal caso- Lavorini in avanti, ci sono stati altri gialli irrisolti: agghiacchiante le violenze stile “arancia meccanica” a cui vennero sottoposto due anziane a Casoli nel comune di Camaiore nel pomeriggio di domenica 30 dicembre 1990 che volevano difendere il nascondiglio segreto nel quale avevano nascosto una parte dei loro soldi; oppure un giovane ucciso e incaprettato - mai realmente identificato - trovato sepolto sotto la sabbia della Marina di Levante; oppure la misteriosa scomparsa di Cinzia Bernardo (nella foto) la giovane donna dissolta nel nulla nell’aprile del 2001, un caso che all’epoca per diverso tempo è stato uno dei cavalli di battaglia della trasmissione televisiva “Chi l’ha visto” e che si concluse con il suicidio del marito dal quale si stava separando.

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