
di Daniele Masseglia
E con questo siamo a tre casi nel giro di appena una settimana. La difficile convivenza tra locali pubblici e abitazioni continua a macinare proteste, esposti e conseguenti stangate nei confronti di chi viene accusato di irrorare decibel oltre il consentito e in quantità tale da impedire il riposo notturno. Era successo la settimana scorsa al pub “Il Guerriero“ di Pietrasanta e si è ripetuto prima con il “Vienna Luce“ di Focette e ora con il bar “La Palma”, in via Versilia a Tonfano. Identica la causa, cioè la musica alta (ma a differenza degli altri due locali non si parla di schiamazzi), identico l’effetto: cinque giorni di chiusura anticipata alle 22 a partire del giorno della notifica del verbale della polizia municipale. Gli agenti erano intervenuti l’8 luglio in seguito alle ripetute segnalazioni telefoniche effettuate al comando e agli esposti presentati a "causa del disturbo causato alla pubblica quiete e al riposo serale e notturno dei residenti dalla musica ad alto volume proveniente dal locale". Inevitabile quindi l’ordinanza emessa giovedì dal sindaco Alberto Giovannetti, il quale come da prassi ha disposto una riduzione dell’orario di somministrazione per un periodo di cinque giorni, con l’attività che sarà consentita esclusivamente dalle 8 alle 22. I gestori, che hanno preferito non rilasciare dichiarazioni, potranno fare ricorso al Tar entro 60 giorni o al presidente della Repubblica entro 120 giorni.
Poco più a sud, tra Focette e Motrone, prosegue nel frattempo la “guerra“ tra i residenti e le dirimpettaie discoteche. Nel mirino ci sono Bussola, Vienna Luce e Seven Apples, locali che avevano già ricevuto una diffida, a cura dell’avvocato Federico Grossi di Firenze, con la richiesta di prendere provvedimenti per abbattere l’emissione di rumori nelle ore notturne. Le risposte ricevute dai gestori – definite "insufficienti" – unite a un altro weekend passato dai cittadini senza poter chiudere occhio, hanno portato il legale a inviare un ultimo sollecito stragiudiziale, altrimenti il passo successivo sarà la denuncia alla Procura. "Seppur con argomentazioni non convisibili – scrive Grossi – hanno risposto solo Bussola e Seven. La prima ritiene ’allegorica’ la nostra ricostruzione sulle orde di scalmanati che escono dai locali, tanto da invitarci alle 4 del mattino per verificare insieme la situazione. Il Seven ritiene invece di rispettare i parametri acustici: una risposta neanche da commentare visto che abbiamo dovuto chiamare la polizia municipale a causa del volume intollerabile durante l’ultimo fine settimana. Il Vienna Luce non ha nemmeno riposto e ha continuato a emettere musica rimbombante. Problemi che si ripercuotono anche sul valore immobiliare delle nostre case, cosa che ci vedrà costretti ad agire in sede civile e penale".