
Giorgio Calamari aveva guidato il Pozzo dal 2001 al 2006
Viareggio, 18 maggio 2015 - LA CONTRADA del Pozzo piange la scomparsa di Giorgio Calamari, per tutti semplicemente «Giorgione», che per cinque indimenticabili anni - dal 2001 al 2006 - è stato alla presidenza: un arco di tempo caratterizzato da tanti trionfi, da momenti indimenticabili che rimarranno per sempre scolpiti nella storia della contrada. Immagini unici per tutti i contradaioli. «Giorgione», il trascinatore del gruppo, avrebbe compiuto 58 anni il prossimo 4 agosto.
IL CUORE ha tradito «Giorgione» nella tarda serata di sabato sera nella sua abitazione. «Non mi sento bene» ha detto alla moglie Elena. Poi si è manifestato il malore. La richiesta dei soccorsi al 118. L’arrivo dell’ambulanza della Croce Bianca: il medico e il personale sanitario si sono subito resi conto della gravità del caso. Tutti i tentativi di rianimazione - nella disperata corsa verso l’ospedale - sono risultati vani. La salma è stata composta all’obitorio dell’ospedale unico della Versilia dove ieri mattina - fra i primi, il presidente della Pro Loco, Franco Burroni - decine e decine di persone hanno portato una parola di conforto alla moglie e ai due figli Stefano a Gabriella. I funerali saranno celebrati oggi pomeriggio alle 15 nella chiesa parrocchiale di Pozzi.
MA CHI ERA GIORGIO Calamari? «Un contradaiolo molto appassionato - ricordano gli amici - che anche poche ore prima di morire era assieme ai ragazzi impegnati nei ‘Giochi delle Bandiere’ in piazza Matteotti». «Un urugano di idee e di bontà» è un altro ricordo dei contradaioli. Titolare con la moglie di una rosticceria a Porcari, nella Piana di Lucca, era però intensamente coinvolto nel mondo del Palio delle Contrade di Querceta. «Ci mancheranno i suoi consigli e il suo entusiasmo» hanno detto altri contradaioli. «Giorgione» - come detto in apertura - è stato tradito dal cuore: il muscolo cardiaco gli aveva dato qualche disturbo anni fa ma si teneva sotto controllo e proprio nel marzo scorso aveva effettuato un ciclo di controlli che avevo dato esito positivo. Ne aveva parlato anche con gli amici. «Tutto in ordine, devo stare riguardato ma va molto meglio» aveva detto. «Giorgione» si era dunque rituffato nella famiglia, nel lavoro e nel mondo effervescente della contrada. «Era un pezzo della sua vita alla quale teneva moltissimo» raccontano ancora gli amici del Pozzo. Amici che non possono fare a meno di ricordare come la contrada negli ultimi tempi abbia dovuto fare i conti con lutti e tragedie che hanno sì generato dolore ma anche cementato il senso di appartenenza e di solidarietà.