L’ultimo ruggito del "leone" dei balneari, addio a Emiliano Favilla

E’ morto a 76 anni dopo una vita a difendere i diritti: ex assessore provinciale, da sempre in prima linea contro la Bolkestein

Emiliano Favilla

Emiliano Favilla

Lido di Camaiore, 13 gennaio 2022 -  E’ morto il ‘leone’ dei balneari, Emiliano Favilla, 76 anni, ex assessore provinciale, padre e nonno, ma soprattutto una bella persona. Ieri intorno alle 14, nella sua casa al bagno Venusta 2, Emiliano ha lasciato questa vita, che tanto amava, per cui lottava: le sue condizioni di salute erano peggiorate di recente, dopo che il gran fisico purtroppo si era indebolito a causa dei postumi di una malattia per cui aveva subito un intervento anni fa. Lascia la moglie Dalia e i figli Deborah e Andrea oltre ai tre nipoti Viola, Emanuele e Leonardo che adorava, due sorelle e un fratello, il genero Gianni, la nuora Fabiola, la cognata Luana, la nipote Daniela e il giovane Lorenzo Fiorello.

Emiliano ha vissuto, come credeva e voleva, fedele a se stesso. Gestiva con la famiglia lo stabilimento balneare Venusta 2 al Secco: piccolo, ma molto frequentato, specie da ragazzi e famiglie. Lui ne era davvero l’anima: bagnino tra la gente e con la gente, vero, sincero, un amico. Le sue passioni erano il mare, i suoi cari e la politica, gli sport, le battaglie civili e anche la fotografia: immortalava qualsiasi evento a cui partecipava. Della numerosa famiglia Favilla, tra tante sorelle unitissime e i fratelli, era cresciuto da sempre come uomo di sinistra, la sinistra vera, di Rifondazione comunista e poi, ultimamente, non disdegnava i 5Stelle, la loro genuinità e sfrontatezza nell’affrontare le questioni sociali. 

Ieri la salma, nella veranda del Venusta2, di fronte al suo mare, ha visto giungere tanta gente a salutarlo: maglia rossa e, in cima, un drappo rosso con la falce e il martello. Aveva combattuto contro la Bolkestein, sempre presente e attivo, ma corretto, a capo del comitato Salvataggio Imprese Balneari. Aveva lavorato nelle Ferrovie dello Stato, nella Cgil, alla Provincia come assessore alle infrastrutture una ventina di anni fa, in politica nel comune di Viareggio. Anima nobile, aperta al mondo, senza pregiudizi: sapeva catalizzare come pochi l’attenzione dei bambini, dei giovani, avvicinandoli al mare col patìno, al nuoto, allo sport. Amava le sfide fisiche e morali in cui si cimentava con divertimento. Immancabile ospite al bar del bagno e sulla battigia, al suo ombrellone verde e giallo, semplice e testardo nelle proprie idee. Mancherà come mancano i trascinatori, con la sua barba e lo sguardo buono e acuto, le ‘verticali’ sulla sabbia fino a quest’estate, le discussioni profonde, le lotte per la democrazia sempre in agguato, i clienti che diventano amici, anche se di idee diverse, come in una grande famiglia. 

"Vado a stare bene…" Così ha detto alla figlia Deborah per consolarla, eppure era ateo. La sorella ne parla come di un pilastro portante per tutti. Oggi alle 15 la cerimonia funebre che lui stesso aveva delegato all’amico Riccardo Antonini, a cui era stato a fianco per la drammatica vicenda della strage di Viareggio: il rito d’addio civile davanti al bagno, sulla spiaggia come avrebbe desiderato a cura della Croce Verde di Viareggio. Anche l’amico Andrea Tagliasacchi farà un intervento oltre al Presidente della Provincia Menesini. La salma in seguito verrà cremata.