REDAZIONE VIAREGGIO

Morte in culla sospetta. L’accusa: fu infanticidio

Il piccolo presentava una frattura al femore e dei lievi segnali di pressione al collo

118

Viareggio, 13 dicembre 2019 - Fu morte in culla o infanticidio? E’ il dubbio che ha indotto la Procura di Lucca a chiedere il rinvio a giudizio di una giovane mamma della Guinea, il cui bambino di appena due mesi fu trovato morto in culla la mattina del 10 dicembre del 2017. Una tragedia che sconvolse la madre e la comunità di Stiava che aveva accolto quella giovane donna arrivata in Italia nell’ambito di un progetto umanitario. I primi rilievi dei Carabinieri e del medico legale esclusero che vi fossero segni di violenza su quel corpicino senza vita. Ma le successive risultanze dell’autopsia hanno fatto emergere un’altra verità: il piccolo presentava una frattura al femore e dei lievi segnali di pressione al collo. Per il sostituto procuratore Salvatore Giannino è la prova che la così detta morte in culla potrebbe non essere stata la causa reale del decesso. Ma quelle ferite le ha inferte la madre volontariamente, oppure sono state arrecate successivamente nel disperato tentativo di rianimare il neonato da parte della madre stessa? Dubbi e interrogativi che dovranno essere valutati attentamente in un’aula di Tribunale.

Al momento però il Gip, accogliendo l’istanza presentata dall’avvocato difensore della donna, Erika Vivaldi del foro di Livorno (è il legale dell’associazione di solidarietà di Cecina che per prima aveva accolto quella madre in Italia) ha rimandato gli atti alla Procura. Intanto perché gli atti non sono stati tradotti in francese e poi perché non si conosce esattamente l’età della donna. Non si sa cioè se all’epoca del fatto fosse maggiorenne. In caso contrario la competenza sarebbe del Tribunale dei Minori.

«Qualche giorno dopo la tragedia – spiega l’avvocato Erika Vivaldi – la mia assistita, comprensibilmente ancora in stato di choc, venne denunciata per resistenza a pubblico ufficiale. Ebbene in quella circostanza un perito stabilì che la ragazza era minorenne. Pertanto quel procedimento si è poi svolto al Tribunale dei Minori". Nel frattempo la giovane madre è tornata nel suo paese d’origine insieme al suo figlio più grande.