Morìa di pesci lungo il fosso Quadrellara

E’ il secondo disastro in venti giorni. Indaga la polizia provinciale: ipotesi inquinamento. I cittadini protestano per i cattivi odori

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di Daniele Masseglia

Era già successo dopo il tremendo fortunale del 18 agosto, quando a causa dell’intorbidimento dell’acqua, e della conseguente mancanza d’ossigeno, lungo il fosso Quadrellara una ventina di pesci furono trovati senza vita. Ora invece tocca alla polizia provinciale indagare su una morìa decisamente più ampia che da due-tre giorni interessa il solito fosso, ma nel versante sud, a Motrone, con centinaia di pesci che impregnano l’aria del nauseabondo odore tipico della putrefazione. L’episodio, non lontano dal ponticello di via Tremaiola e a poche decine di metri a mare rispetto a via Unità d’Italia, ha mobilitato un po’ tutti: non solo la polizia provinciale ma anche il Comune, che lo ha subito segnalato dopo essere stato contattato dai residenti della zona, fino all’Arpat e i carabinieri forestali.

A livello di interventi tra oggi e domani la questione verrà risolta con le operazioni di rimozione a cura di Comune ed Ersu, mentre sul piano delle indagini si cercherà di capire la causa della morìa. L’ipotesi più credibile è l’immissione, volontaria o meno, di sostanze inquinanti. In tal caso, il fatto potrebbe essere avvenuto nello stesso fosso Quadrellara, ma anche nei canali minori provenienti da via Sparta o dalla zona industriale del Portone. Anche perché, come detto, nella Quadrellara nord i pesci sono tutti vivi e vegeti. L’allarme era stato lanciato giovedì mattina dai cittadini con una segnalazione all’Urp del Comune, ma già il giorno prima alcuni abitanti avevano notato alcuni pesci galleggiare privi di vita. "Abbiamo informato tutti di questo problema – racconta un gruppo di cittadini – ricevendo in cambio un rimpallo continuo di responsabilità, che allo stato pratico vale meno di zero. I pesci, a gruppi di 15-20 alla volta, stanno andando in putrefazione con il rischio che finiscano in mare e un puzzo insopportabile. Non sta a noi dire qual è la causa. Dubitiamo che per una notte di pioggia sia mancato l’ossigeno all’improvviso". Il seguito della vicenda è stato scritto ieri, con il Comune che ha affidato alla cooperativa agricola-forestale “Poseidon“ di Stazzema l’intervento di recupero e smaltimento dei pesci morti, per una spesa di 3.600 euro.

"La cooperativa interverrà oggi (ieri, ndr) – spiega l’assessora all’ambiente Tatiana Gliori – ed entro il fine settimana Ersu procederà alla rimozione. A parte questo, posso dire che l’Urp ha ricevuto la segnalazione dei cittadini giovedì mattina verso le 9.30 e a quel punto l’ufficio ambiente ne ha dato conoscenza via mail alla polizia provinciale, la quale ha risposto chiedendo ad Arpat un eventuale intervento e comunicando al Comune di rimuovere le carcasse. Anche i carabinieri forestali si sono recati al fosso per i prelievi e le indagini, e successivamente l’ufficio ambiente ha predisposto tutti gli adempimenti burocratici per il recupero e la rimozione delle carcasse. Ovviamente – conclude – ci sono stati sopralluoghi anche da parte dell’ufficio con documentazione fotografica".