TOMMASO
Cronaca

Michelangelo, la cancel culture e il virus mode

Tommaso

Strambi

Ma liquidare così il licenziamento di questa docente della scuola di Tallahassee, capitale della Florida, è assai pericoloso. Qual è la sua colpa? Aver mostrato ai suoi alunni di 11-12 anni l’immagine del David di Michelangelo: una delle statue

più famose e celebrate al mondo ma, ahimè, un nudo. Apriti cielo. Le madri e i padri di quei bambini sono immediatamente insorti contro la prof rea di aver mostrato un’opera pornografica. Manco avessero scoperto il suo profilo hard su Onlyfans. Per quello, da impertinenti e ipocriti fruitori, avrebbero chiuso entrambi gli occhi. Ma di fronte all’affronto del nudo del David no. Nessuna assoluzione. In fondo il puritanesimo tra quelle terre è germogliato abbondantemente. Attenzione, però. Non si può ridurre a una questione di morale. Qui c’è in ballo qualcosa di più complesso. A fare scandalo è un’opera d’arte espressione del Rinascimento. Quella stessa statua che, seppur nella sua riproduzione con una stampante in 3d, è finita a Dubai per l’Expo 2020. Ma tant’è. Se negli Emirati Arabi, che pure non scherzano con burqua o veli, nessuno ha avuto da ridire nulla, nella ridente Florida le chat dei genitori si sono subito incendiate. Nessuno che si sia soffermato sull’armonia delle forme, sulle proporzioni realizzate da Michelangelo. L’occhio è caduto proprio là, dove avrebbero preferito trovare delle mutande di marmo, magari griffate. Non per nulla siamo nello Stato governato da Ron DeSantis, gran combattente delle culture war ultraconservatrici. Non che i progressisti Usa siano da meno. La cancel culture annovera, infatti, tra i suoi paladini la dem Alexandria Ocasio-Cortez. Ecco perché non possiamo fare solo spallucce. La nostra storia, la nostra cultura, la nostra identità non ha colore e non può in nessun modo essere cancellata così. Forse è il caso di iniziare a pensarci bene, quando inseguendo le mode scimmiottiamo tutto come se nulla fosse.