Marmi e bronzi: lo Zen incarnato La grande mostra di Kan Yasuda

Le opere del maestro giapponese in estate alla Terrazza, a Natale in piazza Mazzini e nel 2024 a Torre del Lago

Marmi e bronzi: lo Zen incarnato  La grande mostra di Kan Yasuda

Marmi e bronzi: lo Zen incarnato La grande mostra di Kan Yasuda

di Beppe Nelli

La scultura contemporanea ci regala spesso dei mostri etimologici: dal latino monstrum, cosa degna di essere mostrata. Abbiamo visto inferriate a Pietrasanta, o stalagmiti in giro per le chiese lucchesi. Ma l’expo in gestazione che vedremo dalla Terrazza della Repubblica fino alla Marina di Torre del Lago, da questa estate al 2024, sarà veramente notabile: dal latino notabilis, degno di nota. Arrivano le sculture di uno degli artisti più celebrati, e giustamente, a cavallo dei nostri due secoli: Kan Yasuda.

E’ nato nell’isola di Hokkaido divenendo habitué di Pietrasanta, e ha già lasciato una firma indelebile nella storia della lirica e nell’immaginario collettivo. Nel 2000 scenografò una strabiliante Madama Butterfly per il Festival Puccini di Giuseppe Vedda, che ispirò il ciclo "Scolpire l’opera" con grandi maestri, da Mitoraj a Nall. Non si era mai vista una Butterfly fatta di sculture Zen in un Giappone tra fiaba e metafisica, disegnato da un vero giapponese senza ricorrere ai fronzoli esotici. Butterfly debuttò con Maria Pia Ionata, Salvatore Fisichella, Fulvia Bertoli, la direzione di Mario Perussi e la regia di Vivien Hewitt. Riproposta negli anni, davanti alle sculture di Yasuda hanno cantato grandi voci. Si ricorda un meraviglioso corteggio nuziale interpretato da Antonia Cifrone. Nel 2002 Andrea Bocelli vestì i panni di Pinkerton e lasciò il pubblico a bocca aperta quando, correndo con la Ionata tra le braccia, salì di slancio la collinetta fino all’Ishinku (il sasso).

La mostra che vedremo a partire dall’estate alla Terrazza della Repubblica presenterà diversi bronzi realizzati dal maestro Yasuda nel corso degli anni. A Natale altre opere saranno esposte sulla spiaggia, davanti a piazza Mazzini, come già fatto per Icaro e Icaria del compianto Igor Mitoraj. L’anno prossimo, nel momento delle celebrazioni pucciniane, le sculture appariranno a Torre del Lago, sulla Marina e in altri luoghi della frazione.

In piazza Mazzini le uniche eccezioni rispetto alla produzione in bronzo. Sarà di nuovo esposto il Tensei-Tenmoku che dette un’impronta innovativa a Madama Butterfly. E’ la "porta senza porta" con un corpo centrale che lascia una sottile fessura rispetto al piano di appoggio, e che durante le rappresentazioni liriche era attraversata dalla vita fuggente della suicida Cio Cio San: un lunghissimo chiffon rosso, tra sculture nate secondo i pilastri della filosofia Zen trasferita nel marmo statuario da Kan Yasuda. Sulla spiaggia di Viareggio, durante le prossime feste natalizie, il Tensei-Tenmoku formerà un immaginario cannocchiale affacciato sull’infinito oltre il mare. Ci sarà anche l’Ishinki, ma non le ali di farfalla presenti nell’opera.

Come accadde al Gran Teatro Puccini durante le rappresentazioni della Madama Butterfly, le quattro sculture introdotte da Yasuda non hanno mai smesso di far pensare l’osservatore. Contro decenni di scultura astratta, talvolta sospettata di essere fine a se stessa, queste forme continuano a ispirare e a far pensare chi le guarda. Quando Yasuda ha ricevuto la proposta del Comune, ed è stato contattato dalla Fondazione Festival Pucciniano, dicono sia rimasto entusiasta. Dopo il memorabile debutto della sua Butterfly, è stato un generoso ambasciatore del Festival in Giappone, anche durante le tournée trionfali. C’è da sperare che quando le sculture saranno esposte sul Lungomare nessuno ci si arrampichi sopra come accadde a quelle di Mitoraj e di Eun Sun Park. Ma bronzi e marmi di Yasuda parlano allo spirito, e lo spirito è come la grazia secondo Max Weber: c’è chi ne nasce fornito, e chi no.