
"L’amministrazione comunale di Viareggio fa orecchie da mercante sulle barriere architettoniche, che sono un ostacolo per la vita e la quotidianità che vivono i cittadini con disabilità. La nostra associazione ha inviato email e lettere all’amministrazione, senza ricevere risposta. Abbiamo fatto servizi televisivi, ma non è cambiato niente". Giampaolo Bini, presidente dell’Associazione “Disabili in movimento“, nata tre anni fa con sede in via San Martino 224, ha un tono pacato, ma le idee sono chiare. Anche il logo della associazione ha valore simbolico: rappresenta una carrozzina stilizzata. "Marciapiedi alti, buche sull’asfalto, in alcune zone la viabilità è un percorso a ostacoli. Pensiamo a una persona da sola che si sposta in carrozzina come affronta situazioni del genere? I marciapiedi sono un grosso ostacolo e i disabili sono costretti a muoversi in strada con i pericoli che si possono avere. Penso alla zona della stazione ferroviaria, penso alla stessa via San Martino dove abbiamo la sede, una strada disastrata. Tanti solleciti, ma la amministrazione comunale non sente", racconta Bini alla Nazione.
"Due anni fa l’associazione ha fatto una manifestazione all’ospedale Versilia per la chiusura dello sportello ausili dove si poteva andare a prendere le carrozzine, le scarpe, i deambulatori - prosegue - . Lo sportello non è più stato aperto. In via San Martino è stato aperto il nostro sportello al quale possono rivolgersi i disabili per i più svariati motivi. Il lungo periodo della pandemia ha creato difficoltà, ma riprenderemo le iniziative. In estate faremo degli incontri per sensibilizzare l’opinione pubblica".
L’obiettivo dell’Associazione è “combattere“ le barriere architettoniche, che sarebbe bello non esistessero. "Ma è una utopia in questa mondo che va alla rovescia. Ma già limitare questo ostacolo è importante per chi vive la disabilità - conclude Bini -. Pensi che il logo della associazione è un messaggio che guarda al futuro come del resto il nome. E’stato molto grave l’episodio dei disabili cacciati dal treno. E’stata una mancanza di rispetto. Da bambino le ho subite anche io", termina Bini. Che sogna un mondo per tutti.
Maria Nudi