TOMMASO STRAMBI
Cronaca

Lusso e ritorno alla natura. Azimut al Boot di Düsseldorf. Tra nuovi modelli ibridi e clienti giovani ipertecnologici

A colloquio con Jad Migliorini che illustra gli ultimi arrivi per l’azienda leader in Europa "La serie Seadeck: la barca da crociera per la famiglia per vivere il mare in pienezza" .

Chiudete gli occhi. Il tempo per immaginare un sogno. Ora riapriteli. Siete davvero davanti allo yacht che avete sempre desiderato. Uno spazio esclusivo per vivere un’esperienza immersiva di mare, senza rinunciare alle tecnologie più avanzate: dalla sala cinema con l’home theatre caratterizzato dall’audio spaziale alle luci che si accendono sfiorando lo schermo del vostro smartphone e le tapparelle delle finestre che si alzano o si abbassano chiedendo all’assistente vocale.

No, non siamo nel paese del balocchi. Siamo a Düsseldorf dove da oggi a domenica prossima si tiene la più grande fiera europea indoor dedicata al mondo della nautica. E Viareggio con i suoi cantieri è, ovviamente. tra i protagonisti. A cominciare da un marchio leader come Azimut. E qui incontriamo Jad Migliorini che dell’azienda fondata dalla famiglia Vitelli è l’head of sales and marketing.

Migliorini, quali sono le aspettative di Azimut per questo Boot?

"È il salone indoor più importante dal punto di vista europeo. E Azimut in Europa svolge un ruolo primario, pertanto confidiamo nella capacità di saper leggere le aspettative di mercato e, soprattutto, di averle intercettate nel migliore dei modi dalle imbarcazioni che qui esponiamo. Dal Magellano 60 all’S 7, passando per la serie Fly: rappresentata dai tre modelli Fly 53 (17 metri) 68 (21 metri) e 78 (24 metri)".

A quali nuovi progetti state lavorando?

"Stiamo lavorando a svariati progetti, ma il 2024 sarà soprattutto l’anno in cui lanceremo la nuova serie Seadek 6 e 7".

Di che cosa si tratta?

"Di gioiellini di ultima generazione capaci di solcare le onde del mare. Basti pensare che l’ultima serie l’avevamo lanciata nel 2009. Ecco la serie Seadek rappresenta la quintessenza dell’innovazione tecnologica e stilistica coniugata con la creatività progettuale, frutto di contaminazioni e ispirazioni che guardano al design e all’architettura".

Come si sposa la tecnologia con la natura?

"Il ritorno alla natura si compie pienamente nell’incontro tra tecnologia e vita a bordo: dal punto di vista dell’esperienza, infatti, la serie Seadek rappresenta la nuova barca da crociera per la famiglia, che per la prima volta in questo segmento unisce ampi spazi di bordo con una lounge a poppa totalmente aperta, che quasi “abbraccia” il mare".

E per quanto riguarda la sostenibilità?

"La nuova serie rappresenta l’epitome dei venti anni che Azimut ha dedicato alla ricerca e all’implementazione di innovazioni sostenibili. Una green route che oggi vede il risultato più alto nei low emission Yachts – modelli che garantiscono una riduzione delle emissioni dal 20 al 30%".

Chi sono gli armatori di oggi? È diminuita l’età media, da quali business provengono?

"Questo è in realtà un argomento molto dibattuto all’interno dell’azienda. Il covid ha rivoluzionato molto il mondo della nautica avvicinando una clientela nuova proveniente principalmente dai mondi dell’automotive e dell’hôtellerie. Clienti più giovani rispetto ai vecchi ’’lupi di mare’’, con aspettative molto molto alte che rappresentano una sfida per l’azienda. A cominciare dalla capacità di saperli accontentare".

Questo incide sulle richieste per l’arredamento e gli impianti di infotainment?

"Il Covid ha generato questa nuova clientela che come dicevo è molto esigente. Da qui la nostra volontà di anticipare i trend, non ultimo l’aspetto dei servizi complementari: nasce così la collaborazione con Google, per portare l’intelligenza artificiale a bordo. Un app proprietaria per gestire tutti i sistemi dall’apertura della passerella, alle indicazioni vocali, all’analisi dei consumi per ottimizzarli".

I nuovi armatori acquistano per fare charter mettere a reddito l’investimento o per vivere gli yacht?

"Vi è una duplice visione. Sicuramente le acquistano per viverle, ma sono meno attaccati. Hanno un concetto di possesso differente e più elastico. Sono quindi predisposti a rendere disponibili le loro barche quando non le utilizzano. In questo modo possono ottimizzare la spesa. Da qui la nostra idea di creare la Charter Club".