L’orsacchiotto accoltellato: "È la fine dell’infanzia". Lee Hovnanian svela l’opera

L’artista statunitense spiega il significato della scultura che sta facendo discutere "Ai giochi di una volta i bambini preferiscono la tecnologia". Evento fino al 2 giugno.

L’orsacchiotto accoltellato: "È la fine dell’infanzia". Lee Hovnanian svela l’opera

L’orsacchiotto accoltellato: "È la fine dell’infanzia". Lee Hovnanian svela l’opera

Quel coltello affondato nel cuore dell’orsacchiotto, di fronte al Duomo e in mezzo al passeggio del centro storico, non poteva passare inosservato. Applausi, sdegno, complimenti, perplessità: da giorni non si parla d’altro. E parlano tutti, dai veri esperti d’arte ai critici improvvisati. Così al bar come sui social. Senza però che nessuno chieda spiegazioni alla mente che ha concepito “You are not alone“, mostra che è un grido d’allarme contro la dipendenza dalla tecnologia e l’assassinio, in senso figurato, dell’infanzia. L’artista statunitense Rachel Lee Hovnanian, protagonista dell’evento in agenda fino al 2 giugno, accetta di buon grado le critiche in quanto fonte di confronto e discussione.

Il Teddy Bear accoltellato ha un impatto molto forte.

"Chiediamoci piuttosto perché i bambini non ci giocano più e preferiscono ricevere, in regalo, l’I-phone. L’orsacchiotto favorisce la socializzazione perché ci parli, ci giochi insieme, lo tocchi, stimola la creatività e l’immaginazione. Consente di stabilire una connessione: umana, senza wifi".

È così terribile la tecnologia?

"Assolutamente no, dipende da come viene utilizzata. Quando lavoro mi piace creare una conversazione, un dialogo. Uso la tecnologia ma non rinuncio al contatto umano. E la tecnologia è davvero una medaglia a due facce perché può essere necessaria per tante cose ma può creare una dipendenza che rovina le relazioni reali".

Ecco perché nella sala del Capitolo del Sant’Agostino c’è un altro Teddy da solo in una casetta.

"È da solo perché i bambini oggi non hanno più bisogno di giocare con lui e preferiscono la tecnologia. La fine del gioco infantile, che poi ho tradotto anche nel Teddy Bear accoltellato e negli angeli con la bocca serrata dal nastro adesivo all’interno della chiesa di Sant’Agostino".

Aspettava commenti e reazioni negative in città?

"Lavoro qui da oltre 10 anni e ho molti amici. Ovunque si respira passione per la vita e per l’arte. Mi sento fortunata e grata: fa parte del gioco".

La mostra, visitabile da martedì a venerdì ore 16-19 e sabato, domenica e festivi 10-13 e 16-19, è promossa dal Comune in collaborazione con “The Project Space“ e curata da Annalisa Bugliani e Alessandro Romanini.

Daniele Masseglia