Lavoro e solidarietà. La saga dei Barsanti

Giorgio Barsanti, calciatore viareggino, ha contribuito alla vittoria del ventesimo scudetto dell'Inter nel 1939-1940. Proveniente da una famiglia di imprenditori solidali, ha lasciato un segno nella storia calcistica e sociale di Viareggio.

Lavoro e solidarietà. La saga dei Barsanti

Lavoro e solidarietà. La saga dei Barsanti

Lo spunto per queste righe stavolta viene da Milano dove pochi giorni fa l’Inter ha vinto il suo ventesimo scudetto. Una domanda può sorgere spontanea: ci sono stati calciatori viareggini che hanno messo il loro sigillo su uno dei 20 titoli nerazzurri? La risposta apre uno straordinario ventaglio-palcoscenico sulla storia di una famiglia viareggina che da un secolo e mezzo, con la forza dell’ingegno, del lavoro e della solidarietà, scrive importanti capitoli di storia. Veniamo dunque al personaggio ‘scudettato’: Giorgio Barsanti, un numero 10, cresciuto nel Viareggio, primi gol sul terreno sabbioso del Polisportivo in Darsena a metà degli anni ‘30 e poi approdato all’Ambrosiana Inter dove nel 1939-1940 mette la sua firma sul titolo, accanto a Giuseppe Meazza, del quale sarebbe dovuto diventare l’erede.

Un numero 10 geniale ma anche lunatico in campo, brillante ed estroverso, fascinoso al punto giusto nella vita di tutti i giorni. Ultimo di sei figli maschi, papà Attilio e mamma Selene coccolavano il piccolino di famiglia con quella tenerezza e attenzione che veniva da uno ‘status’ economico confortante anche se nel Ventennio i Barsanti dovettero fare i conti con la scomparsa del loro Bagno Lido per fare posto alla costruzione dello stabilimento balneare Principe di Piemonte da parte di un imprenditore che evidentemente aveva più santi in Paradiso… a Palazzo Venezia. Se Giorgio guadagnava bene con il pallone, non erano da meno i suoi fratelli impegnati in diverse attività imprenditoriali nella cantieristica e nel commercio, Elisio, Benvenuto, Renato, Fabio e Raniero si rimboccavano le maniche, in particolare Benvenuto era emigrato e fatto una fortuna in Venezuela, dove aveva fatto fruttare la sua intraprendenza negli affari e la sua laurea in ingegneria. Ma anche gli altri fratelli passano dal paese sudamericano mentre Giorgio garantiva il suo sostegno in città a chi aveva bisogno di una mano. Dopo la guerra il bagno Lido risorgerà accanto al Principe di Piemonte e Giorgio Barsanti avrà come suo collaboratore l’ex avversario (calcistico) “Nappita” Bertuccelli: incontrarli sulla spiaggia in vena di aneddoti, era uno spettacolo. Così come quando Giorgio partecipava ai raduni dei ‘reduci’ del Viareggio con i quali aveva condiviso la passione giovanile per il pallone oppure quando incontrava gli amici al bagno Nettuno: uno spasso, racconti di vita vissuta e grande amore per la città.