REDAZIONE VIAREGGIO

La voce in cittadella

La voce in cittadella

C’è qualcosa di antico, ma che ha un odore molto gradevole, il sottofondo ideale alle ore dell’attesa sportiva che oggi pervade una parte della città: la storia del pallone bianconero è ricca di nomi, date, storie. E quella che sta per apparire su questo foglio è una di queste: bella, perché conferma un solido legame di una famiglia viareggina alla sua terra, e al tempo stesso proiettata nel futuro, con quel solido legame con il passato che è giustamente un vanto. Veniamo al dunque: il cognome Santini è una presenza costante nell’almanacco bianconero, tutti parenti, quattro generazioni, una dietro l’altra, dagli anni ‘50 fino ad oggi. E mai come in questa occasione - con tutte le scaramanzie del caso - è giusto che emerga come un delfino che di fronte alla spiaggia ha voglia di giocare e divertire la gente che lo ammira.

Il “primo” Santini dell’epopea bianconera è il buon Carmelo, già nella storia di Viareggio e della Versilia, per essere stato un impresario del mondo dello spettacolo quando la Bussola e la Capannina erano l’ombelico d’Italia. Carmelo Santini è stato presidente e anche allenatore del Viareggio, primi anni ‘50, non bellissimi sul piano sportivo. Ma lui c’era, con le maniche rimboccate per garantire il futuro alla società risorta dopo il dramma della guerra. Da papà Carmelo, il testimone passa al figlio Gianni che alla fine degli anni ‘60, bussa alla prima squadra del Viareggio, all’epoca in serie C. Qualche convocazione con i grandi, molto campionato “De Martino”, piccole soddisfazioni, ma il gran salto non gli riesce. Comunque la maglia bianconera gli rimane addosso. Per sempre. Il pallone diventa un passatempo con gli amatori. C’è da pensare alla famiglia e al lavoro. E in famiglia, c’è chi con il pallone dimostra di avere il bernoccolo per il calcio: il primogenito Stefano, nel nome del nonno Carmelo e del padre Gianni, brucia le tappe, va al settore giovanile della Fiorentina, poi l’esperienza inglese nel Sunderland, quindi il ritorno in Italia, dove fa un bel giro, Nord e Sud, entrando spesso nel tabellino dei cannonieri. Il ritorno a casa-Viareggio (stagione 2005-2006) coincide con l’anno del Triplete, griffato dal presidente Stefano Dinelli, dal ds Andrea Strambi e dall’allenatore Carlo Caramelli. Il Viareggio fa cappotto, in campionato e in Coppa Italia, regionale e nazionale. Stefano timbra gol pesanti e bellissimi (le perle, con il Rosignano in campionato; con l’Imperia e la Virtus Vecomp Verona in Coppa Italia). Quando smette di giocare, diventa allenatore. Poi fa decollare il beach soccer che regala gloria e onore, sempre con la mano sul cuore per ricordare un amico che non c’è più.

Ma la saga calcistica della famiglia Santini nel Viareggio non finisce qui, anzi. Perché Stefano è l’allenatore della riscossa e nella rosa della prima squadra, con tanto di debutto, ci sono due suoi figli, Gianni junior e Matteo (un nome di battesimo che in quell’ambiente regala brividi di commozione....), un portiere e un centrocampista di belle speranze, che carta di identità alla mano e passione bianconera nel Dna possono allungare le pagine con il “marchio” Santini nella storia calcistica viareggina.

G.L.