
La decadenza dell’aggravante dell’incidente sul lavoro nel processo sulla strage di Viareggio, decisa dalla corte di Cassazione lo scorso gennaio, può avere un effetto domino anche su altre sentenze, come quella di Pioltello. E’ quanto emerso nel dibattito on line, avvenuto giovedì, "La grade fuga dalla responsabilità" organizzato dal Cub - confederazione unitaria di base, a cui ha preso parte anche “Il Mondo che vorrei”.
"Tutte le stragi — ha affermato Daniela Rombi, vicepresidente dell’associazione — hanno come unico comune denominare il profitto. Si pensi a Luana, l’operaia morta a Montemurlo, alla strage di Mottarone. Si dice sempre mai più e invece ci troviamo sempre punto e a capo. In questo senso la sentenza di Cassazione ha dato una bastonata a tutti i lavoratori, perché è chiaro che quello che è successo a Viareggio è un incidente sul lavoro".
L’aggravante rientrava tra i capi d’accusa in primo grado, ed era stata confermata in appello. Sulle motivazioni di questa scelta l’avvocato Gabriele Dalle Luche ha sostenuto: "Possiamo solo formulare delle ipotesi, in quanto abbiamo in mano solo il dispositivo, visto che le motivazioni non sono ancora arrivate. Si può immaginare che sia decaduta per estraneità del luogo di lavoro, ovvero perché i morti non fossero lavoratori. Oppure la Cassazione ha ritenuto il testo unico sulla sicurezza 812008 non applicabile alle ferrovie".
Altro punto nodale la mancanza di un rilevatore di svio sui treni. "Anche la sentenza d’appello — ha proseguito Dalle Luche — ha confermato come se ci fosse stato, il disastro non sarebbe avvenuto".