REDAZIONE VIAREGGIO

La sentenza choc in Cassazione

Gli omicidi vanno in prescrizione. Nuovo processo all’ex ad Moretti

Come un colpo di spugna. O quasi. Oltre undici anni di battaglie civili, di meticolose indagini condotte da due Procure (quelle di Lucca e Firenze) centinaia di udienze di fatto cancellate.E Viareggio si ritrova al punto di partenza. Come fossimo al Monopoli delle beffe.

La sentenza di Cassazione letta ieri al Palazzaccio di Roma colpisce Viareggio con un pugno allo stomaco e riapre vecchie ferite a questo punto insanabili. L’omicidio colposo delle 32 vittime innocenti passa in prescrizione (come già era accaduto ai reati di lesioni colpose e incendio colposo) perché i giudici di Cassazione hanno annullato l’aggravante dell’incidente sul lavoro. Demolendo di fatto uno dei principali capisaldi su cui si era basata la pubblica accusa e che era stato recepito in due sentenze di merito in primo e secondo grado. Pertanto la Cassazione ha annullato senza rinvio per quasi tutti gli imputati italiani e tedeschi la sentenza impugnata relativamente all’omicidio colposo, "perché estinto per prescrizione". E ha invece rinviato in Appello (altra sezione) quasi tutti gli imputati (italiani e stranieri) semplicemente per ricalcolare la pena che adesso deve prendere in considerazione solo l’ultimo reato non prescritto, cioé il disastro ferroviario. Per loro insomma la sentenza, sia pur ridotta, è certa. Si dovrà tornare in Appello solo per ricalcolare la pena che non può più contemplare l’omicidio colposo, ma solo il disastro ferroviario (che va da 5 a 15 anni). Nel dettaglio questa posizione riguarda gli imputati Uwe kriebel (operaio Jungenthal, 6 anni e 10 mesi), Helmut Brodel (responsabile Jungenthal, 6 anni e 10 mesi), Andreas Schroter (tecnico Jungenthal, 6 anni e 10 mesi), Peter Linowsky (responsabile manutenzione Gatx, 8 anni e 9 mesi), Rainer Kogeleide (ad della Gatx, 8 anni e 8 mesi), Roman Mayer (responsabile flotta carri della Gatx, 8 anni), Johannes Mansbart (Ad della Gatx Austria, 8 anni), Paolo Pizzadini (capocommessa Cima, 4 anni), Daniele Gobbi Frattini (responsabile tecnico Cima Riparazioni, 4 anni), Vincenzo Soprano (Ad Trenitalia, 6 anni).

Ancora diversa la situazione invece per i tre big sotto accusa, Mauro Moretti, il suo successore Michele Elia e Mario Castaldo (divisione Cargo Trenitalia) che erano stati rispettivamente condannati in appello a 7 anni (moretti) e a 6 anni (gli altri due). Per loro la Corte annulla senza rinvio in appello la sentenza di condanna che riguardava l’omicidio colposo, ma "annulla anche – si legge nel dispositivo – relativamente al reato di disastro ferroviario colposo in relazione ai profili di colpa in motivazione e rinvia per nuovo giudizio alla Corte di Appello di Firenze,altra sezione". Questo significa, come hanno provato a spiegare, gli avvocati di parte civile ai familiari delle vittime andati a Roma o in collegamento da Viareggio tramite Zoom, che nel caso di Moretti ed Elia dovrà essere rifatto un processo di merito per stabilire insomma se i due ax amministratori di Ferrovie potranno essere giudicati colpevoli del disastro ferroviario oppure no. Il presidente della Corte di Cassazione ha rimandato alle motivazioni la spiegazione di questa sua scelta. Nuovo processo d’appello anche per Emilio Maestrini (Sicurezza Trenitalia, 4 anni) e Francesco Favo ((sicurezza Rfi, 4 anni).

Annullata totalmente la condanna nei confronti di Joachim Lemhan (supervisore Jungenthal che era stato condannao a 7 anni e tre mesi in Appello)

Annullata infine la sentenza che riconosceva la responsabilità amministrativa (legge 231 del 2001) di tutte le aziende coinvolte nella strage.

Paolo Di Grazia