DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

La Regione dice stop a Cava Fornace. Dieci giorni per la messa in sicurezza

I gestori della discarica hanno ricevuto una diffida con tutta una serie di prescrizioni dopo il crollo dell’argine. La rabbia di Giovannetti: "Come sempre ci si muove dopo i disastri: è da tempo che chiedevamo interventi".

La Regione dice stop a Cava Fornace. Dieci giorni per la messa in sicurezza

La Regione dice stop a Cava Fornace. Dieci giorni per la messa in sicurezza

Sospensione di ogni attività e 10 giorni di tempo per presentare una relazione che dimostri di aver adottato tutte le prescrizioni richieste, illustri le cause del crollo avvenuto all’interno di Cava Fornace e fornisca informazioni su misure di sicurezza, analisi sul percolato franato e molto altro. È il contenuto della diffida che la Regione ha inviato a Programma ambiente Apuane, società che gestisce la discarica al confine tra Montignoso e Pietrasanta, in seguito all’incidente avvenuto all’alba di lunedì con il cedimento di una porzione del perimetro esterno della discarica e la conseguente fuoriuscita di percolato che ha inondato anche Aurelia e Lago di Porta.

I gestori dovranno sospendere subito il conferimento dei rifiuti su Montignoso (sul versante pietrasantino è già stata raggiunta la quota massima autorizzata di 43 metri) e mettere in atto una serie di interventi per ripristinare tutte le condizioni di sicurezza. Il tutto mentre prosegue l’attesa per l’esito delle analisi Arpat. Come ha detto il sindaco Alberto Giovannetti nell’edizione di ieri e com’è stato detto martedì a Montignoso in sede di Commissione Cava Fornace, le prime analisi Arpat sono rassicuranti in quanto non sono emersi segni di inquinamento. "Finalmente – dice Giovannetti – anche la Regione ha dovuto aprire gli occhi. Come spesso succede, serve un episodio di portata eccezionale per scuotere chi, finora, è rimasto sordo o quasi alle preoccupazioni da tempo manifestate da comitati, cittadini dalla nostra amministrazione, in primis l’assessore all’ambiente Tatiana Gliori e gli uffici. La comunicazione della Regione non è solo un insieme di prescrizioni di ripristino ma è la presa di coscienza, seppur tardiva e per certi versi obbligata, della necessità di una riflessione più ampia e approfondita su ciò che ha segnato finora il percorso della discarica". L’onorevole Elisa Montemagni (Lega) annuncia invece un’interrogazione parlamentare al ministero dell’ambiente "perché si indaghino attraverso il Sistema nazionale protezione ambiente e il Noe eventuali responsabilità e presenza di pericoli per l’ambiente, per il sistema idrico, per il Lago di Porta e la salute dei cittadini, verificando inoltre l’idoneità del sito per la presenza della discarica".