La Realpolitik del Cgc Quella volta che americani, israeliani e palestinesi sfilarono tutti insieme

L’epopea di un torneo che ha abbattuto i muri: nel ’52 vennero i tedeschi 8 anni dopo S.Anna. E poi durante la Guerra Fredda le prime uscite in Occidente dei Paesi del blocco comunista.

La Realpolitik del Cgc  Quella volta che americani,  israeliani e palestinesi  sfilarono tutti insieme

La Realpolitik del Cgc Quella volta che americani, israeliani e palestinesi sfilarono tutti insieme

Un torneo giovanile di calcio come veicolo per favorire la distensione degli attriti internazionali, andando alla ricerca della ricetta vincente della pace. E’ la missione che il Centro Giovani Calciatori ha inteso promuovere fin dalle prime edizioni. Pensate che nel 1952, otto anni dopo la strage di Sant’Anna di Stazzema, con il sangue delle 560 vittime che erano ancora nella mente dei familiari, il Cgc Viareggio decise di invitare una formazione tedesca, il Monaco 1860, proveniente dalla Baviera, una regione, come ha poi confermato il processo nel nuovo millennio, dalla quale arrivavano molti dei militari tedeschi autori della strage degli innocenti.

E’ solo uno dei tanti episodi. Ma significativo. Come del resto altri passaggi della manifestazione, la cui 73esima edizione è stata inaugurata ieri pomeriggio allo stadio Ferracci di Torre del Lago con la cerimonia d’apertura, la lettura del giuramento da sempre ispirato ai valori della pace, della lealtà e della correttezza. E così, tornando a fare un po’ di storia, questo Torneo ha battezzato, in piena Guerra Fredda, l’arrivo delle formazioni espressione di paesi del Blocco di Varsavia, quando il mondo era diviso in due. Oppure come quando nel 1978, a Viareggio arrivò per la prima volta una formazione cinese, caso internazionale visto che all’epoca la Cina aveva solo rapporti con i paesi comunisti o che erano sotto la sua influenza commerciale o politica. L’anno dopo l’esordio a Viareggio - celebrato mediaticamente con pagine e pagine di giornali, con un compromesso storico del Cgc Viareggio ante litteram - la Cina aderì alla Fifa.

Viareggio come teatro di pace. I dirigenti del Centro hanno sempre avuto in mano un ramoscello di ulivo, per dimostrare che con la distensione fra i popoli che sono in attrito, è possibile costruire un mondo migliore. E’ quel che provarono ancora a Viareggio nel 2002, quando a soli cinque mesi dal terribile attentato alle Torri Gemelle a New York, con il Medio Oriente in fiamme e la guerra di Afghanistan, il Cgc invitò al torneo una squadra americana, una israeliana e una selezione palestinese di Gerusalemme. I ragazzi palestinesi, una volta a Viareggio, provarono un’emozione immensa vedendo un campo da calcio in erba. A tal punto emozionati - come ha sempre ricordato il presidente del Centro Giovani Calciatori Alessandro Palagi - " che cominciarono a rotolarsi fra i fili d’erba, provando a... quasi nuotare". L’arrivo dei palestinesi fu una scommessa vinta dell’allora assessore allo sport Luca Simonetti, una vecchia idea del compianto vice-presidente del Cgc Viareggio, Nedo Bresciani e dell’Uisp. Lo storico incontro fra le tre delegazioni avvenne al Centro Congressi del Principe di Piemonte. Memorabile e indimenticabile.

Il Cgc Viareggio ha continuato a guardare al mondo con gli occhi della pace. E anche stavolta ha puntato sui ragazzi ucraini arrivati a Viareggio dopo un viaggio in pullman di ventidue ore ed entrati in campo portando sopra la maglia una bandiera del loro paese. Qualcuno aveva gli occhi lucidi. C’era da capirli. La guerra là è ancora in corso. vengono da Leopoli, bombardata dai russi. E sovente echeggiano per le strade gli allarmi aerei. Qui al torneo – per i giorni che resteranno a Viareggio – troveranno un po’ di serenità. Sperando che presto arrivi la pace sul fronte russo-ucraino. Anche stavolta il Cgc Viareggio la sua piccola ma significativa parte l’ha fatta. E il “grazie” con il quale i dirigenti ucraini si sono rivolti al Centro ha un sapore particolare.

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