
La draga scava nel porto: "Ma a noi a che ci serve?"
La draga draga. Ma non nell’avanporto. Adesso scava dentro all’approdo, risucchia la rena che da tempo ha completamente insabbiato la banchina commerciale a ridosso della diga foranea, a nord del nuovo mercato ittico. E i pescatori sono di nuovo arrabbiati, perché loro vorrebbero l’escavo alla bocca del porto e nello specchio esterno, dove quando non è mare piatto le chiglie strusciano o si incagliano.
Le foto scattate dal drone alla draga Aurieldo al lavoro davanti alla banchina commerciale sono state inviate dall’assessore regionale Stefano Baccelli alla Cittadella della Pesca. E la presidente Alessandra Malfatti non può fare altro che riferire il malumore dei produttori: "Noi abbiamo bisogno che sia libero dai bassi fondali l’avanporto. La banchina commerciale, inutilizzata da anni, non è così urgente. Il problema è che ora i pescherecci entrano e e escono perché il mare è una tavola, ma appena finirà la bonaccia ricomincieranno i problemi". Ma tanto, i più mangiano roba congelata di provenienza extracomunitaria.
Ingrati. Invece di accendere un cero alla Stella Maris perché la draga da qualche giorno non si rompe, si lamentano. Altro discorso sarebbe invece dove il tubone della draga scarica la sabbia risucchiata nel porto, perché se si va ad aggiungere a quella buttata poco fuori a sud est, basterà attendere la corrente per ritrovarla all’imboccatura. E una curiosità: le sabbie scavate nei porti non sono come quelle esterne, vero o no? Ma chi meglio della Port Authority può conoscere le normative.
Invece proseguono i movimenti tecnici dei maxi yacht in allestimento nei cantieri perché, avendo chiglie e motori per l’alta velocità,, e non per la potenza come i pescherecci a strascico che devono vincere la resistenza delle enormi reti sui fondali sabbiosi e melmosi, loro navigano tranquillamente anche nei bassi fondali (previo uso di ecoscandaglio e sub di scorta). Nulla di nuovo sul fronte occidentale, e nemmeno sul fronte del porto.
b.n.