
"Non sono Giulio Turcato, ma ho una dignità come persona e come artista. E la mia donna – simbolo dell’emancipazione femminile plasmata nel marmo – rischia di fare la stessa fine che hanno fatto le Oceaniche". E dunque di finire, accontonata, in un deposito della Sea.
Da una delibera l’artista viareggino Nicola Domenici, apprezzato dalla critica per la forza emotiva della sua produzione, ha appreso che la sua scultura, “Underwear“, donata al Comune e collocata nella rotonda a monte del cavalcaferrovia, verrà rimossa per cedere il posto al “Pescatore con vele“ di Giovanni Lazzerini, che lascerà quindi la Darsena e il vecchio mercato ittico. "Peccato che l’assessore alla cultura a Sandra Mei non si sia preoccupata di avvisarmi, darmi una spiegazione, o semplicemente coinvolgermi nella rimozione vista la delicatezza dell’operazione".
Perché? "Perché sono entrato nel libro nero – prosegue Domenici – , per aver dissentito sul trattamento riservato alle Oceaniche e sulla chiusura del teatro Politeama. Da quel momento i nostri rapporti si sono interrotti". Eppure "fu proprio l’assessora Mei a chiedermi se avevo una statua. Era il 2018. All’epoca – ricorda Domenici, oggi referente della cultura per il Partito Democratico –, la giunta si era da poco insediata e a me piaceva la spinta del sindaco Del Ghingaro. Mi ero esposto anche in prima persona. E nel ringraziarmi per questo l’assessora alla cultura mi chiese appunto se avevo una statua da collocare nella nuova rotonda al Largo Risorgimento. Ne avevo una". “Underwear“, ispirata al movimento americano contro gli abusi, le molestie, le prevaricazioni. "Le dissi di venire a vederla. Che forse era un po’ piccola per quell’ambientazione, ma che con una giusta illuminazione poteva essere valorizzata". C’era fretta di inaugurare la rotonda, dopo il lavori di riordino del traffico, e così la scultura fu sistemata, grazie anche al contributò di Farmaè che finanziò la realizzazione del basamento. "Ho aspettato invano le luci e una cerimonia di inaugurazione, che non è mai stata fatta". Ma a Domenici restava comunque la soddisfazione di aver donato alla città una sua opera, e di vederla esposta. Presto non resterà nemmeno quella. "Sono contento che l’opera di Menghino e la sua figura vengano valorizzate, lo merita per ciò che ha dato alla città e non solo. Anche se credo che allontanare il suo pescatore dal mare non sia la scelta più azzeccata. Quello che però non posso accettare, al di là delle posizioni politiche, è veder calpestare un percorso, un progetto, un lavoro". "Sono uno sculture, ho investito la mia vita per questo. Ho donato con piacere quest’opera alla mia città, avrei gradito solo un po’ di rispetto. Una telefonata... Invece niente, ora non so neppure che fine farà “Underwear“"
Martina Del Chicca