
Recupero delle operazioni saltate causa pandemia: l’ospedale Versilia è tornato agli stessi numeri di sedute operatorie del pre Covid. "Dal 19 settembre abbiamo gli stessi numeri del 2019 — afferma Lisanna Baroncelli, direttrice dell’ospedale — Procediamo con 180 interventi a settimana nel blocco centrale. Nove le sedute al giorno per 5 giorni con due o cinque pazienti a seduta, in base al tipo di intervento. 170 quelle nel day surgery (chirurgia di un giorno)".
Un piano di recupero che è partito nei primi mesi del 2022 e che ha visto un rientro a regime lo scorso settembre.
"La Regione ha chiesto a tutte le aziende sanitarie, quindi anche alla nord ovest di cui il Versilia fa parte, di organizzare l’attività chirurgica sullo stesso numero di sedute operatorie dell’anno precedente alla pandemia. L’ottica è il contenimento dei tempi di attesa per i pazienti. Che non possono essere annullati: ogni giorno ci sono nuovi cittadini che vengono "arruolati", ovvero inseriti nelle liste d’attesa. Però possono essere contenuti ed è in questo senso che ci stiamo muovendo".
Un recupero che ha un impatto anche sul personale.
"Nel mese di dicembre le sedute settimanali in regime aggiuntivo sono 5 a settimana. I lavoratori, su base volontaria, possono lavorare in aggiunta alle loro ore, retribuiti". I
l recupero vede comunque numeri molti alti.
"Si parla di qualche centinaio di pazienti, ma la cifra era già alta prima della pandemia e sono cresciuti nel post Covid. La stragrande maggioranza dei cittadini ha risposto in maniera positiva al recall, ovvero al richiamo dell’ospedale. Non molti quelli che si sono rivolti a altre strutture. Un grazie va anche agli operatori molto bravi e competenti".
Uno sguardo va anche all’organizzazione dell’ospedale.
"E’ stato fatto uno sforzo straordinario degno di merito, con l’ottimizzazione dell’utilizzo dei blocchi ospedalieri rispetto al personale. Vengo da Livorno ma ho trovato una macchina oliata, pur con la difficoltà di trovare del personale così specialistico nel blocco operatorio".
Interventi avvenuti in un periodo in cui non tutte le sale operatorie erano operative.
"A ottobre, novembre e la prima settimana di dicembre sono stati sostituite le U.t.a., unità di trattamento aria di alcune sale operatorie. Un intervento esterno che non consentiva comunque il loro utilizzo".
Il maggiore numero di interventi rientrano nei codici di priorità C e D.
"Sono quelli che aumentano le liste d’attesa. Un’ernia inguinale può rientrare nel C, ma è comunque sempre il medico a decidere. Una patologia tumorale rientra nell’A e su questi abbiamo avuto pochi sforamenti nei tempi delle operazioni. Sono avvenuti a 32 giorni invece che 30. Mentre negli altri codici abbiamo sforato molto, ma stiamo cercando di recuperare. Non c’è una patologia che svetta sulle altre, ma da sempre quella ortopedica fa la parte del leone. Per avere i dati complessivi sugli interventi effettuati bisogna aspettare la relazione di gestione operativa aziendale di fine anno".
Alice Gugliantini