REDAZIONE VIAREGGIO

Insulti razzisti all’arbitro maghrebino, baby calciatore squalificato 13 giornate

Il giocatore bluamaranto espulso in Pietrasanta-Camaiore negli Allievi

Pallone in rete (foto di repertorio)

Camaiore (Lucca), 3 marzo 2017 - Offende l’arbitro con insulti razzisti e si becca 13 giornate di squalifica. I protagonisti della vicenda sono due minorenni: uno l’arbitro che ha subìto le ingiurie (a suo dire a sfondo razzista), l’altro il giocatore che le offese incriminate le avrebbe proferite. Il fatto accade domenica mattina durante una partita di calcio giovanile. La categoria è quella degli Allievi B provinciali (girone di Massa), la partita è un derby versiliese fra Pietrasanta e Camaiore. Si gioca al “Pedonese” di Marina di Pietrasanta, teatro peraltro (suo malgrado) appena qualche settimana fa di un increscioso episodio di violenza sugli spalti tra genitori sotto gli occhi increduli dei figli che stavano giocando in campo. Sul parziale di 8-0 in favore del Camaiore (la gara poi finirà 9-0 per gli ospiti) succede “il fattaccio” che porterà alla lunghissima squalifica di 13 giornate al 16enne giocatore camaiorese "per aver usato linguaggio blasfemo, aver offeso il direttore di gara e – si legge nel bollettino ufficiale della Giustizia Sportiva – aver usato linguaggio discriminatorio nei confronti dell’arbitro".

Proprio l’arbitro, più grande d’età del calciatore del Camaiore che l’ha offeso ma comunque a sua volta minorenne, è della sezione di Viareggio ed ha un passato recente da giocatore in una società giovanile viareggina. E’ nato in Versilia ed è di nazionalità italiana, pur avendo un cognome che ne evidenzia le origine maghrebine.

A raccontare l’accaduto è l’allenatore degli Allievi B del Camaiore Alessio Merciadri, che nella vita fa l’educatore essendo dottore in Scienze della Formazione: "Sull’8-0 per noi il ragazzo ha subìto un fallo al limite dell’area avversaria. L’arbitro però ha fischiato punizione contro. Lui ha bestemmiato e l’arbitro, che durante la chiama pre-partita aveva avvisato che in caso di parole blasfeme avrebbe estratto il cartellino rosso diretto, lo ha espulso. A quel punto il nostro giocatore ha iniziato ad offendere l’arbitro continuando a farlo anche mentre abbandonava il campo. Io ero a 50 metri e non ho sentito quello che è stato detto però gli altri miei giocatori mi dicono che le offese ci sono state e anche la bestemmia, ma nessuna parola razzista è uscita dalla bocca del ragazzo".

Si espone maggiormente il direttore sportivo della prima squadra camiorese Luciano Coluccini: "Il comportamento è chiaramente da stigmatizzare. Ma 13 giornate ad un ragazzino sono una pena assurda. Sproporzionata se messa a paragone con ciò che ad esempio qualche settimana fa è successo con i genitori che si sono picchiati in tribuna".

Simone Ferro