Morì travolto da un furgone, familiari risarciti dopo sei anni

Condannato a un anno e quattro mesi il conducente del veicolo ritenuto unico responsabile. La Procura inizialmente aveva individuato un concorso di colpa. Decisivi gli esami peritali

L’avvocato Giovanni Stringari

L’avvocato Giovanni Stringari

Viareggio, 18 aprile 2023 - Un iter giudiziario durato oltre cinque anni e una complessa indagine peritale ha permesso di ricostruire la dinamica dell’incidente che il 14 ottobre 2017 costò la vita a Giorgio Gemignani. L’imprenditore originario di Lammari che, secondo quanto ricostruito nel processo di primo grado, fu travolto da un furgone mentre in sella alla sua bici elettrica pedalava lungo la via Cei. E deceduto, per le conseguenze del trauma, dopo un mese di ricovero all’ospedale Versilia. Gemignani aveva 82 anni, e dopo aver trovato fortuna in Romania, avviando là la sua azienda, aveva scelto di vivere gli anni della pensione al mare. Così si era trasferito dalla lucchesia a Viareggio ; e proprio nella nostra città, nei pressi della stazione, è avvenuta la tragedia.

L’originario capo di imputazione formulato dalla Procura di Lucca prevedeva un concorso di colpa della vittima, ma l’attività avviata dai legali che assistono la famiglia Gemignani, gli avvocati Giovanni Stringari e Alessia Arzani, anche attraverso l’opera dei rispettivi consulenti tecnici (Bargagli Stolfi e Del Cesta), ha stabilito la responsabilità unica del conducente del furgone. "Grazie all’attività svolta - spiega l’avvocato Stringari, del foro di Lucca – abbiamo potuto dimostrare che la vittima non ha avuto alcuna corresponsabilità nel sinistro. In fase di sorpasso il furgone ha urtato la bicicletta di Gemignani, che come dimostrano i segni lasciati dalla manopola del manubrio lungo la fiancata del mezzo viaggiava regolarmente in direzione centro". Gemignani, secondo quanto ricostruito, non aveva perso l’equilibrio. Il giudice Nidia Genovese ha dunque condannato l’autista alla pena di un anno e quattro mesi per omicidio stradale, e in virtù della sentenza alle parti civili è stata riconosciuta una provvisionale di 70mila euro.