Incendio di Massarosa, "Ecco, torniamo a casa. Ma oltre la finestra c'è il disastro"

Alessandro e Eleonora vivono a Pieve a Elici. Spazzano via la cenere per cancellare l’incubo: "Ma il fuoco resta un incubo"

Massarosa (Lucca), 24 luglio 2022 - Alessandro ha cominciato a spazzar via la cenere dalla grande terrazza che col un solo sguardo abbraccia tutta la collina di Massarosa fino al lago di Massaciuccoli. Eleonora, invece, ha preso i vestiti e li ha infilati in lavatrice "per lavare via l’odore di bruciato che impregnava ogni fibra". Dei tessuti e della pelle. Gesti semplici, quasi banali. Per ritrovare la quotidianità casalinga e cancellare l’inferno che per quattro notti e tre giorni ha tenuto in ostaggio l’entroterra della Versil ia.

Eleonora Barbieri e Alessandro Dini sono entrambi farmacisti, lei a Stiava e lui a Massarosa. E come un migliaio di altre persone mercoledì, all’alba, hanno dovuto lasciare la loro abitazione lambita dal fuoco. Da cinque mesi, da marzo, vivono lungo via della Costa, nella frazione di a Pieve a Elici, già verso Miglianello. Dove l’incendio è arrivato galoppando da Chiatri, macinando chilometri in un solo giorno, all’alba di mercoledì. "Alle 4 di notte ci hanno svegliato le sirene della protezione civile – ricordano –, così è cominciato l’incubo". Che Eleonora e Alessandro, chiudendosi finalmente dentro il loro nido, sperano di lasciarsi alle spalle. "Ma sarà dura..."

"In queste sere – racconta Eleonora – siamo rimasti a dormire a casa dei miei genitori, a Massarosa. Da lì, col binocolo, cercavano di capire cosa stava accadendo su, sulla nostra collina". Hanno dunque visto il fuoco allargarsi, e poi lasciare spazio al fumo quando i volontari dell’antincendio e i vigili del fuoco, dal cielo e da terra, sono riusciti a domare quel demonio.

Venerdì è arrivata la revoca dell’ordinanza di evacuazione, per Pieve a Elici, Miglianello e Polla del Morto. Dunque i residenti sono potuti tornare nelle lore case; "ma io – prosegue Eleonora – ero uscita tardi dalla farmacia, e comunque per prudenza abbiamo deciso di rimanere un’altra notte dai miei". Soltanto ieri pomeriggio dunque, raccolte le poche cose che avevano messo in uno zaino prima di fuggire, sono rientrati. "Finalmente a casa".

"Prima di aprire la porta ci siamo guardati intorno, da qui si vede tutto l’immenso disastro lasciato da questo incendio. E sì, fa male. Fa male pensare che resterà qui, ogni giorno davanti ai nostri occhi, chissà per quanti anni. Non ci dimenticheremo più di quello che è successo...". Quell’incubo, anche ieri notte, è tornato a svegliare Eleonora. "Mi sono sognata di dover fuggire dal fuoco, tutto quello avevo vissuto nella realtà". Da quando, alle 4 di notte di mercoledì, ha sentito quella sirena in lontananza. Poi un’altra. "Mio marito ha capito subito. E’ salito in terrazza e ha visto un muro di fuoco. E’ sceso e mi ha detto solo ’Preparati, dobbiamo andare via’. Dopo poco ha suonato l’allarme per l’evacuazione. Ho preso il caricabatterie del telefono, gli anelli dal portagioie. E nient’altro".

Fuori dalla porta di casa Eleonora e Alessandro hanno trovato un tizzone ardente "in quel momento – aggiunge lei – ho pensato che non sarei più rientrata. Che non avrei più ritrovato la nostra casa...". Scendendo verso Massarosa, "con il fuoco a due centimetri dallo specchietto della macchina mi tremavano le mani. Mi sono fermata a Stiava e ho pianto". L’indomani, mentre Alessandro è andato a lavoro ha squillato il telefono della farmacia: "Erano i miei vicini, – racconta lui –, mi chiedevano una mano per proteggere le nostre case. Allora ho tolto il camice e sono salito. Con la sistola in mano, fino alle 10 di sera abbiamo bagnato la terra. Poi per tutta la notte abbiamo vegliato quei tizzoni, nel caso si fossero riaccesi". Il peggio è passato, ma la preoccupazione no. E mentre Alessandro spazza via le cenere, quel che reste degli ulivi, si chiede "cosa accadrà adesso a queste colline? Che con gli alberi perduti, rischiano di perdere anche stabilità...."