Tommaso
Strambi
Foto da ‘postare’ sui social o da mostarre al rientro. E via verso un’altra destinazione, che sia Firenze, Pisa, Roma o Venezia, non importa. Magari il tempo di un quarto di pizza, un gelato o, appunto, una mela. Tutti contenti? Loro sicuramente. Noi un po’ meno. Già perché alla fine cosa resta? Neanche quelle immagini ricordo, ché in fondo sono solo loro. Forse qualche decina di euro per la pizza, il parcheggio e un souvenir? Di questi tempi tutto "fa brodo", osserverà qualcuno. Forse. Ma è, davvero, quello che serve a questa città? Un turismo di massa, capace di riempire solo la Passeggiata e qualche bagno dalle nove del mattino alle diciotto. Il nodo resta sempre questo: è possibile coniugare il turismo ‘mordi e fuggi’ con un turismo più stanziale sia esso culturale, enogastronomico, cicloturistico sportivo o di qualsiasi altra natura? Secondo noi sì. Ma servono competenze reali, capacità di vendere per tempo e nelle sedi opportune pacchetti ad hoc. Progettualità e investimenti. l’attuale giunta, dal bilancio 2019 (una volta messi in sicurezza i conti del dissesto lasciati da chi li ha preceduti), ha cominciato a destinare il 100 per cento dell’imposta di soggiorno per la promozione del territorio. E non è poco. Ci sono città d’arte (anche toscane) che vi destinano solo il 30 il 40% quando va bene. Non basta avere una lingua di spiaggia tra le più note. Oggi la competizione è globale. I potenziali visitatori sono esigenti e in giro anche, molto vicino a noi, ci sono offerte più allettanti. Un po’ come avviene nei supermercati. Lo zucchero si trova in fondo, prima siamo costretti a superare scaffali pieni di leccornie. È una tecnica di marketing che anche uno studente di economia più avvezzo a studiare sui Sunti Cetim, piuttosto che sui manuali conosce. Ecco occorre fare di più. E nessuno si deve sentire escluso. Anche gli operatori che, giustamente chiedono di più agli enti locali, devono mettere sul piatto nuovi investimenti. Viareggio e la Versilia sono un brand unico. Non facciamo prenderci a morsi. La mela proviamo a coglierla noi.