Il margine d’interesse spinge gli utili. E con gli “scivoli“ si riducono i costi

Uno studio confronta le banche italiane con quelle europee, smentendo il mito del "cavallo che non beve". Le banche registrano utili record ma riducono dipendenti e sportelli, mentre i finanziamenti alle PMI diminuiscono.

Non è vero che ‘il cavallo non beve’ come dichiarano alcuni banchieri. Uno studio approfondito sulle banche italiane comparato con l’esame a livello europeo eseguito da UBS (Unione Banche Svizzere) lo dimostra in modo inequivocabile. Altra questione è l’offerta del credito e la rete degli sportelli bancari in Italia (in due anni sono scomparsi tanti sportelli quanto una intera banca fra le prime 5 più importanti nel nostro Paese. Un recente studio sindacale (bilanci bancari: il biennio d’oro) elaborato dalla FISAC CGIL relativo ai risultati di bilancio dei primi 7 gruppi bancari italiani lo certifica in modo chiaro ed esplicito. Due effetti si registrano ‘a specchio’ dall’esame condotto sui numeri e quindi si tratta di valutazioni oggettive senza ‘sconti’ per nessuno. Le banche hanno avuto utili record per effetto della crescita del margine di interesse e relativi dividendi , ai massimi storici, riconosciuti agli azionisti in sede di assemblea che approvano i rispettivi bilanci di esercizi. Tutto questo mentre continua la riduzione dei dipendenti (-4.300) e sportelli (-1000) come leva per la gestione dei costi operativi mentre continuano a calare, anche per il primo trimestre 2024, i finanziamenti alla clientela (specialmente alle PMI in modo significativo per i prestiti a Media lunga scadenza che accompagnano gli investimenti produttivi).