Il futuro dell’agricoltura. La concorrenza straniera e gli ungulati fanno paura

Coldiretti celebra la festa degli 80 anni con una convention al cinema Borsalino. La raccolta di firme per un disegno di legge che tuteli la produzione locale.

Il futuro dell’agricoltura. La concorrenza straniera e gli ungulati fanno paura

Il futuro dell’agricoltura. La concorrenza straniera e gli ungulati fanno paura

Dai danni causati dalla fauna selvatica alla concorrenza dei prodotti stranieri, la festa per gli ottant’anni di Coldiretti, celebrata ieri mattina al Borsalino, è stata l’occasione per fare un punto sulle principali sfide che la nostra agricoltura si trova di fronte. Le parole chiave emerse nell’incontro di ieri sono state "trasparenza, reciprocità, dignità, meno burocrazia e legalità". Nel guardare al futuro, i contadini buttano un occhio (e mezzo) alle elezioni europee, sapendo che è proprio a Bruxelles che si giocano le partite decisive.

Tra i temi al centro dell’assemblea provinciale, alla quale hanno preso parte centinata di agricoltori da tutta la Lucchesia, coordinata dal direttore provinciale Francesco Cianciulli, la necessità di garantire trasparenza sull’origine degli alimenti con la raccolta di un milione di firme per promuovere una legge europea che imponga l’indicazione chiara dell’origine su tutte le etichette alimentari. "Non è più tollerabile assistere a scene come quelle vissute durante la protesta al Brennero una settimana fa – ha spiegato il presidente della sezione lucchese Andrea Elmi – dove si è visto giungere prosciutti, concentrato di pomodoro, frutta e verdura che, dopo l’ultima trasformazione, diventavano sostanzialmente prodotti italiani, con le importazioni di cibi stranieri che hanno raggiunto nel 2023 il massimo storico. Solo il cibo prodotto e trasformato in Italia può essere cibo italiano. Solo così possiamo garantire redditività alle imprese agricole".

L’altro tema cardine, più localizzato sul nostro territorio, è quello dell’invasione della fauna selvatica. Secondo Coldiretti sono oltre 20 milioni i danni denunciati alle coltivazioni dagli ungulati. La principale calamità è rappresentata dai cinghiali con l’80 per cento dei danni complessivi. A ruota, ci sono caprioli e daini. Proprio Coldiretti aveva avanzato, alcune settimane fa, alcune proposte in occasione dell’anniversario della legge sulla protezione della fauna selvatica e il prelievo venatorio, per renderla più aderente al nuovo scenario. "La proliferazione di specie come i cinghiali sta mettendo a rischio le coltivazioni e la sicurezza nelle campagne – sottolinea il presidente provinciale –; chiediamo misure urgenti per contrastare queste minacce. Siamo pronti a dare battaglia se la nostra proposta di delibera regionale per l’attuazione del piano straordinario di controllo resterà lettera morta". All’assemblea hanno partecipato Francesca Buonagurelli (responsabile provinciale di Coldiretti Donne Impresa), Beatrice Bravi (delegata di Coldiretti Giovani Impresa), Andrea Verzanini (segretario di zona) e Matteo Fazzi (responsabile provinciale di ‘Campagna Amica’).

RedViar