REDAZIONE VIAREGGIO

Il fascino segreto di Lisbona

C’è un pensiero costante che mi accompagna nel tempo, un rumore di sottofondo appena percettibile eppure sempre presente. Il mio tarlo ha un nome: Lisbona, o meglio, Lisboa, con le sonorità del portoghese che rendono ogni parola una cantilena. Al sol pronunciarlo sono di nuovo tra i vicoli di Alfama, il quartiere moresco che custodisce l’anima della città e che da sempre è il mio preferito. Lisbona: ripeto la parola per far riecheggiare il fado nelle mie orecchie, per cullarmi col fiume Tejo che si infrange lento sulla discesa piena di limo di Praça do Comercio.

A Lisbona ho vissuto 6 mesi imparando a conoscerla in ogni sua strada, in ogni sua sfumatura. Passa il tempo ma non la saudade che è sempre più forte, un lievito madre rinfrescato a dovere da una massaia accorta. Lisbona mi appare nel sonno e nella veglia a ricordarmi che lei è sempre là, sull’orlo dell’oceano, ad aspettarmi come ha fatto coi marinai partiti per il nuovo mondo.

Non occorre nemmeno che chiuda gli occhi, Lisbona è sempre con me: posso ancora sentire la pendenza dei suoi vicoli per arrivare al Castello, scivolare sulle vie lastricate di sampietrini bianchi e neri della Baixa bagnati dalle piogge di aprile. In un attimo sono sul tram 28 con un sorriso che va da una collina all’altra, sono in Bairro Alto tra locali e negozi di souvenir con le sardine disegnate. Sono tra i panni stesi al sole d’Alfama, sono in un bar vecchio come il mondo a sorseggiare il tipico liquore alle mandorle amare, sono al mercato delle pulci della Feira da Ladra in cerca di affari, sono al Miradouro da Graça a contemplare l’infinito. Non c’è luogo a Lisbona che non sia carico di un significato, non c’è angolo che sia inesplorato, strada che non sia battuta. A volte darei l’anima per un solo sguardo dal Miradouro de Sao Pedro de Alcantara, da cui si scorge la Cattedrale e il Castello di San Giorgio, da lì il Tago è d’argento e viene voglia di fargli portar via tutti i pensieri. Ancora una volta rimando l’appuntamento di un ritorno, presa come sono dagli impegni quotidiani, ma forse è solo la paura che sia cambiata in mia assenza. Io, però, le ho fatto una promessa senza tempo: un giorno sarò di nuovo lì, sulle sponde dell’Atlantico, per un altro arrivederci.