REDAZIONE VIAREGGIO

Bolkestein, "I bagni più a rischio sono a Forte dei Marmi"

L’avvocato Del Dotto traccia una previsione sulle aste dopo il sì al ddl Concorrenza. "A Lido invece quasi tutti al riparo"

Immaginiamo di essere nel 2024 e che le aste per accaparrarsi le concessioni balneari siano in svolgimento. Una centrifuga fatta di ricorsi, contenziosi, firme dal notaio, accordi, conflitti. In Versilia se ne vedrebbero delle belle, ma non ovunque.

Il meteo, nel caso, darebbe cielo sereno solo a Lido di Camaiore, dato che quasi tutte le aziende possono esibire gli atti formali, cioè concessioni rilasciate in base al piano investimenti. Per loro la gara si svolgerebbe solo dopo la scadenza naturale della concessione e non subito.

Negli altri tre comuni sarebbe invece una strage, con Forte dei Marmi “preda“ privilegiata vista l’assenza di atti formali, ma anche a Viareggio e Marina di Pietrasanta si salverebero in pochi. Certo è che l’approvazione alla Camera del ddl Concorrenza rende le aste inevitabili, ma con probabili slittamenti visto il marasma in corso. Di questo ne è convinto l’avvocato Alessandro del Dotto, ex sindaco di Camaiore e da sempre in prima linea per le questioni legate al demanio, anche come legale del comitato anti-direttiva Bolkestein.

Del Dotto, il ddl alla fine è passato.

"E’ uno dei quattro pilastri, insieme a previdenza, lavoro e servizi pubblici, su cui si reggono le riforme, chieste dall’Europa, che l’Italia dovrà fare per ottenere svariate decine di miliardi di euro. Con questa approvazione difficilmente si torna indietro, il pacchetto normativo complessivo ormai non si tocca più".

Una prima impressione?

"Direi che la questione principale riguarda la certezza del diritto, che non c’è da decenni perché la Bolkestein è del 2006. Siamo in super-ritardo: lo sapevano anche i sassi che le proroghe si sarebbero rette sugli stecchi. La politica non hai mai raccontato la verità".

Già, la politica come si è comportata?

"Come succede sempre in Italia, ci sono voluti due anni per recepire la direttiva. E’ successo nel 2010 col governo Berlusconi, traducendo in italiano il testo della direttiva: un mero copia e incolla. Dal 2010 al 2015 c’è stata la prima proroga, dal 2015 al 2020 la seconda, ma già prima, nel 2018, ne fece un’altra il governo Renzi. Si arriva così al primo governo Conte, con il ministro Centinaio che fece l’estensione, a tutti gli effetti una proroga, fino al 2033".

Nel frattempo sono partiti una serie di contenziosi.

"La sentenza più importante è quella del Consiglio di Stato, che di fatto ha definito illegittimo il sistema delle proroghe, bloccandole all’ultima valida, del 2020. A quel punto il governo si è attrezzato e ha fatto una norma-quadro contenente alcuni decreti attuativi: in base all’articolo 3 le concessioni dureranno fino al 31 dicembre 2023, salvo quelle che hanno gli atti formali: tutte le altre andranno a gara dal 1° gennaio 2024, tranne chi ha contenziosi con lo Stato pendenti, al che slitterebbe tutto di un anno".

Tutti al riparo, allora: la Versilia com’è messa?

"A Lido su 100 concessioni solo 17 vanno a gara, uno dei numeri più alti in Italia, mentre gli altri dormono sonni tranquilli. A Viareggio invece su 300 si salvano solo in 20, a Pietrasanta solo 4 o 5 su 107, e a Forte dei Marmi nessuno".

Un destino già scritto, dunque.

"Non ne sono molto convinto. Siamo a fine luglio, con le elezioni politiche a settembre: il governo ha davvero il tempo di fare i decreti attuativi entro il 31 dicembre per far partire le gare? Ci sono ancora dei temi cruciali e delle incognite da affrontare come i contenziosi e gli indennizzi, sui quali si gioca la legittimità delle aste: se finisce male rischia di saltare tutto".

Daniele Masseglia