
Giorgio Del Ghingaro: "Il Piazzone entra nel futuro. Venti chioschi in S.Maria. Lavori al via entro l’estate"
Il mercato centrale torna al futuro. Torna in piazza Santa Maria, all’ombra dei Pini e della Torre Matilde. Non tutto, ovvio. Ma i 20 chioschi di piazza Cavour risultati senza titolo edilizio, e rigettati dalla Soprintendenza, troveranno posto qua nelle nuove costruzioni che farà la Mercato Srl di Francesco Tognetti: la società della galassia Ipersoap-Genim Srl (nel frattempo diventata PiùMe!) che vinse il bando dell’affidamento. Dopo 4 anni in cui l’ingranaggio del project financing s’era ingrippato, adesso la Famiglia Tognetti e il sindaco Giorgio Del Ghingaro hanno trovato la quadratura del cerchio. Il mercato torna al futuro, ma Re Giorgio nel futuro ci vive: pensa già alle elezioni.
Sindaco, ogni due per tre lei mette un post su Facebbok per magnificare Viareggio che rinasce. Ma il Piazzone è in rovina e tutto è paralizzato.
"Non più, abbiamo trovato la soluzione per far partire i lavori".
E i chioschi? La Commissione paesaggistica della Soprintendenza ha bocciato il posizionamento all’interno del progetto Genim.
"Vero. Ma il resto del progetto è piaciuto. La Soprintendenza, con la quale abbiamo avuto sempre un rapporto proficuo e costruttivo, ha eccepito che i chioschi coprono la visuale sulle facciate dei loggiati storici e protetti".
Addio chioschi?
"No. Intanto ce ne sono sette storici, con anzianità di mercato su via San Martino, che rimarranno lì. Di questi, due dello stesso proprietario diventeranno uno, per un totale di sei strutture tutte rifatte e belle. Ma gli altri non hanno autorizzazione urbanistica, perché avrebbero dovuto essere smontati la notte e rimontati al mattino, e invece nei decenni sono diventati fissi. Per questo il Suap ha inviato la revoca, e la Soprintendenza non rilascia l’autorizzazione paesaggistica".
Allora che succede?
"Per non lasciare venti commercianti a piedi abbiamo trovato la soluzione. Li trasferiamo in piazza Santa Maria, vecchia sede del mercato. C’è stata una dura trattativa col privato perché avrebbe perso affitti e non gli tornavano più i conti. Soprattutto il Tir, tasso interno di rendimento, il rapporto tra ricavi e costi. Il projest 4 anni fa prevedeva un Tir del 4,649%, senza i venti chioschi era sceso a l 2,636%. Il Comune avrebbe dovuto metterci troppi soldi per compensare la cosa".
Da qui piazza Santa Maria?
"Sì. Con l’affitto dei chioschi nuovi in piazza Santa Maria, costruiti sempre dal privato, il Tir è tornato al 4,35% e il privato ha accettato".
Mi sembra tutto troppo semplice e facile.
"Secondo me e tutti i professionisti che hanno sviluppato la nuova operazione, la cosa è chiara e conveniente. Cambiando il contratto, il Comune avrà un costo aggiuntivo di 2,1 milioni di euro ma, con questa proposta, siamo molto fiduciosi nell’accoglimento della Soprintendenza".
Dove saranno ubicati i nuovi chioschi?
"Più o meno lungo il lato della Torre Matilde, con dei bei manufatti che uniranno i negozi in blocchi. Se la Soprintendenza accetta, dopo Pasqua Tognetti presenta il progetto e se arriva l’autorizzazione paesaggistica i lavori cominciano entro l’estate".
Un cantiere in piazza Santa Maria in estate?
"No, si comincia dal Piazzone. Il privato ha le ditte pronte da un anno per fare la chiusura a vetro delle logge e sistemare la piazza interna. Tutto è studiato per non far chiudere nessuna attività, nemmeno temporaneamente, anche se qualcuno dovrà spostarsi per un po’".
Lei corre. Con tutti questi nuovi investimenti il valore del project financing non può restare uguale a 4 anni fa.
"Certo che no. Allora il project valeva circa 9 milioni e il Comune avrebbe pagato 760 mila euro. Ora il Comune aggiunge 2,1 milioni, per un totale di 2,86 milioni, e la concessione di 35 anni si allunga di 4 anni per compensare i costi aggiuntivi in piazza Santa Maria. La concessione di 39 anni decorrerà dall’ok della Soprintendenza, e alla scadenza tutto tornerà nel possesso del Comune".
E chi ci dice che questa complicazione è conveniente per il pubblico?
"Tutta l’operazione è sottoposta alla certificazione di una società esterna che ne valuta la congruità economica".
Ok. Ma ho un dubbio. Il project prevede la realizzazione di una ventina di locali che somministreranno cibi e bevande, bar e ristoranti. Non ho mai capito come lei e la famiglia Tognetti pensiate seriamente che nel centro storico di Viareggio ci sia un bacino d’utenza tale da farli sopravvivere.
"Il bacino c’è. Guardiamo cosa accade al Covent Garden di Londra o al mercato di San Lorenzo a Firenze. Certo, qui siamo più piccoli, ma la la città è molto attrattiva, e il centro ha sempre più richiamo anche per il food & beverage".
Questa è una vera dimostrazione di fiducia e ottimismo.
"A noi interessa riqualificare tutta l’area del centro città, e dal mercato di piazza Cavour riparte la riqualificazione urbanistica di Viareggio".
A proposito di mercato. Nonostante le tante chiusure, al Piazzone resiste un polo di negozi alimentari dei quali diversi sono anche di particolare qualità. Ma chi fa la spesa alimentare viene via con borse pesantissime. E dal Piazzone dovrà portarsele a piedi fino all’auto parcheggiata all’ex gasometro. Non crede che i supermercati continueranno ad essere preferiti dai clienti?
"Io dico di no. Il punto è che in piazza Cavour ci saranno prodotti di nicchia, di alta qualità e tipicità che non si trovano nella grande distribuzione. Andremo a fare spese al Piazzone invogliati da questa grande qualità".
La grande qualità costa. Passando da un "padrone" pubblico a un "padrone" privato, gli affitti liberi diventeranno un peso per i commercianti. Come si vede ovunque, dove ci sono locazioni stellari c’è quasi sempre commercio se non di massa, comunque non d’élite, a parte i casi come Forte dei Marmi.
"No, nel project le locazioni sono state contrattualizzate secondo le metrature. Gli affitti gestiti dal privato inizieranno dal basso per poi salire gradualmente fino ad andare a regime. Ma deve essere chiaro a tutti che stiamo è parlando di locazioni commerciali in costruzioni totalmente rinnovate".
Come sempre lei vede tutto a portata di mano. Ma il mondo cambia rapidissimamente. Anche il microcosmo politico. Il Piazzone è uno degli argomenti di critica che vengono perennemente mossi alla sua giunta, e a tanti osservatori la compagine appare in stato di agitazione. Non vorrà mica negarlo?
"Ma quali agitazioni. Non c’è nulla di nulla, sono tutte invenzioni di Alessandro Santini che ogni tanto getta il sasso nello stagno".
Ma se ad ogni angolo di strada si sente dire che troppi tra i suoi assessori sgomitano perché vogliono fare il sindaco, o la sindaca, dopo di lei.
"Se c’è una classe politica di persone che sono in grado di fare il sindaco è una cosa buona. Prima questa abbondanza non c’era. E poi a che pensate tutti quanti? Ho ancora due anni di mandato...".
E magari pensa che alla fine venga approvato il terzo mandato anche per i sindaci dei comuni medi. Non l’ha fatto quando il Governo discuteva? Se non lo ha fatto lei, ci pensavano timorosi i suoi avversari. I suoi competitors, come dite nei consigli d’amministrazione.
"Valuterò al momento".
I politici dicono sempre così.
"Ma io mi occupo delle cose concrete. Per ora penso al mercato che rinasce, all’inaugurazione del nuovo Piazzone. Inaugureremo la rinnovata piazza Santa Maria e rivaluteremo la Torre Matilde col museo che è in fase di realizzazione".