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Galeotto fu quel tortellino. La solidarietà ai fornelli

Lo chef internazionale Massimo Bottura ha sfornato piatti caldi dal truck mobile "Il nostro progetto favorisce l’inclusione di ragazzi affetti da autismo" .

Galeotto fu quel tortellino. La solidarietà ai fornelli

Burlamacco è un tipo serio. Non serioso, per carità. Guai a toccargli il divertimento. Ma se può mettere lo zampino nella solidarietà, non si tira mai indietro. Stavolta, si è affiancato a un partner d’eccezione, lo chef pluristellato Massimo Bottura, patron della celebre Osteria Francescana di Modena. Lo chef italiano più conosciuto al mondo è venuto a Viareggio a preparare tortellini. Ma non tortellini qualunque: quelli dell’associazione ’Tortellante’, che mette fianco a fianco nonne e ragazzi con sindrome genetica.

"Ho sempre guardato il Carnevale alla televisione e ogni volta rimanevo sconvolto – ha raccontato Bottura –; Viareggio era un po’ il punto di riferimento per le vacanze della mia famiglia. Sono qui per colpa di un tortellino ’galeotto’. Alla fine di un pranzo speciale, ho servito all’ingegner Nesti (il proprietario del Principe di Piemonte; ndr) un tortellino in crema di parmigiano reggiano di Bianca Modenese. È un tortellino creato otto anni fa dalla nostra associazione che ha lo scopo di portare al centro della società le due categorie più marginalizzate: le nonne e i ragazzi con sindrome genetica, per tenere viva la tradizione dei tortellini che rappresenta il meglio dell’Emilia Romagna. Tra l’altro, i ragazzi sono bravissimi nella ripetitività, e quindi sono eccezionali a preparare i tortellini".

La pasta è stata servita ieri pomeriggio direttamente dal truck messo a disposizione dello chef. "In poco tempo abbiamo raddoppiato le dimensioni; in questo modo, possiamo garantire un vero futuro a questi ragazzi che altrimenti non l’avrebbero. Penso che quando si arriva a determinati livelli, sia giusto restituire qualcosa".

Dopo la full immersion nella viaregginità – ieri il Carnevale, venerdì sera una cena con Marcello Lippi – è quasi inevitabile chiedere a chef Bottura che piatto sarebbe il Carnevale di Viareggio. "Ho visto i carri e mi immagino un piatto ricco di colori – le sue parole –; il Carnevale parla di pace e quindi penso a un piatto che parla le lingue di tutti i Paesi, seduti attorno a una tavola, che significa famiglia, un posto dove si appianano sempre i diverbi". E già che ci siamo, la ricetta del tortellino? "Non ne esiste una, sono mille. Una per ogni famiglia, perché ognuna ha un suo senso speciale. E quelli del ’Tortellante’ sono i più speciali di tutti – conclude lo chef pluristellato – perché uniscono la biodiversità culturale dei nostri ragazzi".

DanMan