Il volo in memoria del fidanzato. L’addio ai paracadutisti morti

Toccanti funerali. Prima del rito religioso, Cecilia si è lanciata nel punto dove è spirato il suo Gabriele

Funerali di Gabriele Grossi e Fabrizio Del Giudice

Funerali di Gabriele Grossi e Fabrizio Del Giudice

Viareggio, 26 giugno 2022 - Forza, coraggio, determinazione. Negli occhi di Cecilia Langella – che a volte si bagnano di lacrime – si legge tutto l’amore che la ragazza nutriva per il fidanzato, il caporalmaggiore scelto paracadutista Gabriele Grossi, 35 anni, residente a Viareggio.

Sabato scorso Cecilia era qui. L’ha visto scendere dal cielo, come migliaia di altre volte, l’ha visto scontrarsi in volo, a poche decine di metri dal pratone del campovolo, con Fabrizio Del Giudice, un altro provetto istruttore. L’urto, il groviglio delle vele e delle funicelle, la caduta, i disperati tentativi di rianimazione, poi la rassegnazione. Morti entrambi. Angeli dalle ali spezzate, dice una canzone della Folgore.

Eppure anche oggi Cecilia è qui. Salta dall’aereo nel volo che rende omaggio alle due vittime – unite dalla stessa passione – e quando atterra dispiega, insieme a Paolo Haim, il direttore della scuola di paracadutismo Bfu, un piccolo drappo tricolore che riporta i nomi delle due vittime e la data fatale. S’incammina verso le due bare affiancate nel grande hangar, che oggi si è trasformata in chiesa. Ha il passo sicuro, come se Gabriele fosse lì al suo fianco. Gli amici l’abbracciano, commossi. I funerali d i Gabriele e Fabrizio hanno richiamato tutte le componenti di questo sport, che trae origine dal mondo militare. Tra le centinaia di presenti – sotto lo stesso sole radente che una settimana fa può aver giocato a sfavore – ci sono gli istruttori delle scuole giunti da tutt’Italia, paracadutisti in servizio e in congedo, il colonnello Gianni Copponi (comandante del Capar di Pisa, dove Gabriele prestava servizio tra gli atleti del Centro sportivo Esercito), il sindaco di Reggio Luca Vecchi, venuto per rappresentare alle due famiglie il cordoglio della comunità. "Gabriele – racconta dispiaciuto – era tra i paracadutisti che si erano lanciati in piazza il 7 gennaio, in occasione della celebrazione del Tricolore".

I familiari di Grossi e di Del Giudice si abbracciano, uniti dallo stesso dolore. Una fatalità. "Quando il destino si accanisce, può succedere ovunque, in auto o mentre cammini", commenta Edoardo Stoppa, popolare volto di Striscia la notizia, uno dei fondatori di questa scuola. L’aereo rulla, decolla, guadagna altezza nel blu. A seicento metri rilascia dei mazzi di fiori, che cadono nel punto della tragedia. Poi è la volta di due atleti, col tricolore, per un atterraggio di precisione. Più su, alla stessa quota del lancio di sabato scorso, salta la formazione di cui fa parte Cecilia, con il drappo che porta in cielo i nomi di Gabriele e Fabrizio. Gli atleti atterranno in pochi minuti con le velocissime mini-vele, Cecilia s’incammina verso l’hangar mentre il velivolo passa radente come una lama, tra gli applausi: l’ennesimo tributo aereo ai due amici.

Poi la cerimonia religiosa. Cecilia prende la parola, così come la vedova di Fabrizio. "Mi manchi", commuove Cecilia. Lei e Gabriele avevano deciso di sposarsi. Il dubbio davanti alla morte: perché? Perché sono state spezzate due vite così feconde, appassionate all’insegnamento di una disciplina sportiva con tanto altruismo? "Forse – riflette il cappellano militare – perchè siamo fatti per il cielo, per quel cielo azzurro che tanto amiamo".