Forza motrice blu. Affari plurimiliardari per le molte aziende di tutto il comprensorio

L'economia del mare è una forza motrice nella produzione di ricchezza in Versilia, con un valore aggiunto di 2,6 miliardi di euro e 14mila occupati. La cantieristica è la principale attività, seguita da servizi di alloggio e ristorazione, attività sportive e ricreative e ricerca, regolamentazione e tutela ambientale.

Forza motrice blu. Affari plurimiliardari per le molte aziende di tutto il comprensorio
Forza motrice blu. Affari plurimiliardari per le molte aziende di tutto il comprensorio

di Daniele

Mannocchi

VIAREGGIO

Il mare si conferma una delle risorse più importanti per l’economia versiliese. A certificarlo sono i dati dell’Istituto Studi e Ricerche della Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest per il 2022, che testimoniano come l’economia del mare sia una "forza motrice nella produzione di ricchezza", per dirla con il presidente della Camera di Commercio Valter Tamburini. La filiera conta 7.130 imprese in tutta l’area nord-ovest, per un’incidenza del 6,6 per cento sul totale delle aziende, ben al di sopra sia della media regionale (3,7) che nazionale (3,8).

In questo sistema, la Versilia ha un ruolo centrale: nel nostro comprensorio sono concentrate 3.234 attività, che si traducono in un peso del 17,2 per cento sul totale del tessuto imprenditoriale locale: cinque volte la media nazionale e regionale. La ricchezza prodotta sfiora il miliardo e mezzo di euro, attivando un valore aggiunto per 2,6 miliardi. Gli occupati, sempre per quanto riguarda l’area nord-ovest, sono circa 14mila, il 5,9 per cento del totale (la media regionale e nazionale è del 3,6). Interessante il valore delle esportazioni, trainato dalla nautica da diporto, che vale 917 milioni, l’8 per cento del totale provinciale.

"I dati ci dicono che l’economia del mare emerge come forza motrice nella produzione di ricchezza – commenta il presidente della Camera di Commercio Tamburini –; con un valore aggiunto di 2,6 miliardi di euro, il mare rappresenta il fulcro di un circolo virtuoso che arricchisce i nostri territori unendo settori e tradizioni. Riconoscere e valorizzare questa filiera diventa cruciale per massimizzare il potenziale economico e sociale delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa".

Di questo treno che viaggia sui binari della produzione di ricchezza, la Versilia è sicuramente la locomotiva. Nel nostro comprensorio si trovano 1.430 imprese sei servizi di alloggio e ristorazione su 3.308 presenti nel territorio della Toscana Nord-Ovest (43 per cento) e soprattutto 821 aziende della filiera cantieristica, costruzioni di imbarcazioni, che rappresentano più della metà del totale (52 per cento).

Per quanto riguarda il valore aggiunto della cosiddetta ‘Blue economy’, è stimato in 1,4 miliardi, per un’incidenza sul totale del valore aggiunto prodotto complessivamente dal sistema economico del 5,4. Anche in questo caso, la ricchezza sviluppata dall’economia del mare risulta fortemente superiore rispetto alla media della Regione (3,6 sul totale) e italiana (3,3). In questo contesto, nel territorio nord-ovest il contributo maggiore è offerto dalla cantieristica con 526 milioni (il 37 per cento del totale); seguono i servizi di alloggio e ristorazione con 339 milioni (24 per cento); poi le attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale con 324 milioni (23 per cento) e infine, con valori minori, le movimentazioni di merci e passeggeri (101 milioni), le attività sportive e ricreative (96 milioni), la filiera ittica (22 milioni) e l’industria delle estrazioni marine (3 milioni).

Ogni euro di valore aggiunto prodotto dalle attività dell’economia del mare, attiva ulteriore valore aggiunto in altri settori per 1,23 miliardi (incidenza del 4,7 per cento), per un effetto moltiplicatore che raggiunge l’1,9 (in Italia si ferma all’1,7). A conti fatti, dunque, il totale della ‘Blue economy’ nelle province del nord-ovest produce una ricchezza complessiva di 2,64 miliardi, per un’incidenza che sale al 10,1 per cento. Le imprese registrate in Versilia sono 178 per la filiera ittica, 3 per l’industria delle estrazioni, 821 per la cantieristica, 61 per la movimentazione di merci e passeggeri via mare, 1.430 per i servizi di alloggio e ristorazione, 22 per l’attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale e 716 per le attività sportive e ricreative, per un totale di 3.234.

Dal punto di vista occupazionale, l’impatto dell’economia del mare produce circa 24mila occupati, che pesano sul totale per il 5,9 per cento. Un dato importante, che conferma il ruolo più che significativo della ‘Blue economy’ nel nostro comprensorio, specie se confrontato con il valore nazionale e quello regionale (3,6). La maggior parte degli occupati si colloca nei servizi di alloggio e ristorazione (circa 9.600); la cantieristica impiega circa 6mila persone; le attività sportive e ricreative attorno alle 4mila. Consistente anche l’occupazione nelle attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale con 2.700 persone, mentre un altro migliaio lavorano nel settore della movimentazione di merci e passeggeri. La filiera ittica impiega 625 unità e l’industria delle estrazioni marine 13.