Sos dal cinema indipendente: "Così rischiamo di scomparire"

Fermate organizzazione e riprese del film “Un week-end al mare“, commedia-thriller da girare in Versilia e in Romagna

Il regista Alessandro Ingrà durante le riprese di un film

Il regista Alessandro Ingrà durante le riprese di un film

Viareggio, 12 maggio 2020 - Un mondo invisibile che chiede aiuto alle istituzioni, un universo fatto di professionisti, che ancora di più dei colleghi delle grande produzioni soffrirà questa fase di lockdown. Anche il cinema indipendente è stato travolto dal Covid–19: registi, attori, fonici, costumisti, scenografi, truccatori, che hanno interrotto progetti e collaborazioni, dovendo rinunciare a diffondere la propria arte e a perdere guadagni (spesso ridottissimi), fondamentali per vivere e barcamenarsi nell’universo del cinema cosiddetto ‘indie’.

A farsi portavoce di questa categoria, è il regista toscano Alessandro Ingrà che con i colleghi Massimo Di Stefano e Marco Frosini, erano in procinto di girare il loro nuovo film dal titolo “Un week–end al mare“, commedia thriller ambientata sulle coste della Versilia e della Romagna. La loro opera – la storia di quattro amici che affittano una casa al mare e diventano protagonisti di un’intricata vicenda fatta di amore, rapimenti e indagini – è l’esempio emblematico di altre centinaia di piccole produzioni che non sanno se potranno ripartire in tempi brevi. E’ quasi impossibile, infatti, potere girare qualsiasi tipo di corto, medio o lungometraggio, facendo rispettare le distanze di sicurezza tra gli attori e la troupe. E i tre registi chiedono a gran voce un segnale per ridare linfa (e speranza) all’intero comparto, che vanta una filiera di maestranze di altissimo livello, spesso ‘prestate’ al cinema ‘mainstream’, a sua volta in seria difficoltà. Ingrà chiede sostegno anche a quei territori dove il loro film avrebbe fatto tappa (Tirrenia, Viareggio, Rimini, Riccione, Milano Marittima e Cattolica) perché si facciano portavoce presso le istituzioni per dare risposte al settore.

«Eravamo nella fase dei casting, sopralluoghi, ricerca sponsor e organizzazione – racconta Ingrà – e di punto in bianco è arrivato questo fulmine al ciel sereno. Nella ‘Fase 2’ sarà forse possibile fare sopralluoghi e casting con il distanziamento sociale e i dispositivi di prevenzione, ma non ci sono certezze e il timore è di vedere andare in fumo un lavoro di mesi. In queste condizioni neppure le produzioni indipendenti, solitamente con troupe ridotte, possono fare nulla; il nostro film, oltretutto, è un’opera corale con dieci protagonisti, quindi è impensabile programmare qualsiasi data. Chiaramente la salute viene prima di tutto, ma un’intera categoria è ferma e in pericolo. Chiedo a nome di tutto il cinema indipendente più attenzione al nostro settore. Servono indicazioni chiare, almeno per riavviare le pre-produzioni. Per il nostro ambito si tratta della fase più importante, visto che non possiamo contare sui mezzi e le risorse del grande cinema. Sarebbe importante prevedere incentivi o esenzioni a livello regionale per tutti quei progetti che puntano sulla territorialità, magari con bandi specifici. Il futuro del cinema italiano passa anche dal mondo indipendente e non possiamo venire dimenticati. Ci rivolgiamo pure a quei Comuni dove vorremmo girare e che spesso sono un appoggio fondamentale. Tutti i grandi artisti e i talenti del nostro cinema hanno esordito e si sono fatti le ossa in piccole realtà produttive, non dimenticatelo e non dimenticateci".