La facciata del Grand Hotel Excelsior
Viareggio, 18 ottobre 2019 - La luce è filtrata oltre le finestre del gigante addormentato, il sole ha invaso le stanze e i saloni che hanno ospitato e cullato la storia del ’900. Intellettuali, scrittori, artisti smaniosi di stupire e far discutere il mondo, giovani attrici magnetiche destinate a diventare dive immortali. Amori da copertina, e anche storie clandestine. Questo era l’Excelsior: crocevia della mondanità con la valigia e di quel fermento culturale che ha lanciato la piccola Viareggio in una dimensione internazionale. Chiuso ormai dal 2007. Le serrande alzate, la porta semiaperta e il via vai di professionisti e tecnici, negli ultimi giorni, hanno animato le suggestioni di chi, in quel movimento frenetico, ha percepito molto più di un rituale sopralluogo in corso per verificare le condizioni dell’immobile, ma ha intravisto il primo passo, un saggio, per un futuro nuovo del Grand Hotel. Il grande passo di una cordata internazionale, d’altra parte, è cosa ormai nota. Niente invece si sà, al momento, dei progetti (la curiosità, forse, ancora un po’ prematura ndr ). Senz’altro qualunque piano dovrà essere compatibile con i vincoli della tutela monumentale che protegge il prestigioso immobile, progettato nel 1925 dall’architetto Alfredo Belluomini ed impreziosito dai decori di Galileo Chini e Domenico Ghiselli. Sicuramente , quale che sia l’intervento, dovrà tornare allo splendore originale la straordinaria cupola che domina il mare e le Apuane, esempio di eclettismo decorativo e cromatico dei primi del novecento, oggi scorticato dal tempo passato senza cura. La sensazione è che l’Excelsior, dopo tredici anni di oblio, di crolli, di polemiche e polvere, torni a puntare in alto. Al massimo dell’eccellenza, proprio com’è scritto nel suo nome. Immaginato come albergo di grande classe, caratterizzato da un lusso sobrio e contraddistinto da spazi ampi. Un Grand Hotel a cinque stelle, figlio della sua storia.
Martina Del Chicca © RIPRODUZIONE RISERVATA