REDAZIONE VIAREGGIO

Enrico Pea, un grande scrittore dimenticato

Ebbe una vita avventurosa e ha lasciato capolavori letterari. In sua memoria dovrebbero rinascere gli “Incontri al quarto platano“

Nato a Seravezza il 29 agosto 1881, prima di diventare scrittore e animatore dei leggendari “Incontri al quarto platano” di Forte dei Marmi, Enrico Pea ebbe una vita alquanto movimentata per non dire avventurosa. Prima meccanico nei “Cantieri Ansaldo” di Livorno e poi imbarcatosi alla volta dell’Egitto dove passò da un mestiere all’altro, finché non aprì un locale vicino al porto di Alessandria, la “Baracca rossa” che diventò un punto di riferimento per artisti – fra i quali il poeta Giuseppe Ungaretti - , pregiudicati, immigrati di tutte le razze e politici in esilio. E fu proprio la frequentazione con questa umanità così disparata e spesso disperata, che Pea maturò la vocazione letteraria e poi la conversione religiosa. Nel 1910, all’età di 29 anni, dette alle stampe la sua prima opera “Le fole”, ma a rivelarlo ai lettori fu il libro successivo, “Spaventacchio”, edito nel 1914. Ma fu nel decennio successivo che si impose all’attenzione sia del pubblico che della critica con l’autobiografico “Moscardino” e “Il Volto Santo”. Un altro decennio di silenzio e poi negli anni ‘40 pubblicò “Il trenino dei sassi”, “Magometto”, e nel dopo-guerra “Malaria di guerra”, “Vita in Egitto” e “La zitina”, considerato il suo capolavoro. Infine l’ultimo scritto nel 1956: “Peccati in piazza”. Due anni dopo, l’11 agosto 1958, Enrico Pea moriva a Forte dei Marmi nel cui cimitero venne tumulato accanto alla moglie deceduta circa due mesi prima.

Negli ultimi anni di Pea si era trasferito a Lucca, sedendosi spesso al “Caffè Portorico” in via Santa Croce per leggere e scrivere attirando l’attenzione dei passanti per la sua folta e bianchissima barba, il basco tirato indietro. I più anziani lo ricordano ancora quando camminata rasente i muri con un enorme fascicolo di giornali sotto il braccio. Viareggio lo ricorda con una lapide affissa sul parapetto all’estremità del molo: “Viareggio ti da il benvenuto – respira con libertà – da questo parapetto marino – ogni fiatata è un foglio da mille – che arricchisce la cassaforte nei tuoi polmoni“. Oggi questo scrittore versiliese pare svanito nel nulla: per farne memoria potrebbero essere ripresi gli “Incontri al quarto platano” di Forte dei Marmi, dove Pea radunava i tanti artisti italiani che frequentavano la spiaggia per farne un salotto culturale di prima grandezza.

Mario Pellegrini