
Emozioni in musica Otto contrade in gara Sul palco i cantanti si danno battaglia
A cantare per prima, giovedì, è stata la Cervia con Eliza G e la sua “Le donne del Palio”. Un brano movimentato, orecchiabile con influenze latino-americane che ricordano il mambo e si conclude con un una frase forte: “perché la voce delle donne arriva un po’ più forte, fino alla morte...”. Poi è arrivato il momento di Karima (già vincitrice del “Miccio”) per la Lucertola con “Primavera di rinascita”, un mezzo tempo raffinato in stile swing americano che ricorda la Streisand e Giorgia. Durante la prima serata c’è stato un problema tecnico, risolto dai fonici: il pubblico si lamentava perché non sentiva bene. Per questo Karima ha dovuto ricantare il brano.
Alice Spinelli (Madonnina) con “La nostra pelle”, pezzo rock che va in progressione ed esplode, che calzerebbe bene alla Nannini. Quarta ad esibirsi è stata la Quercia con Enrico Nigiotti, che ha calcato il palco di Sanremo due volte, che ha esordito al Miccio con “Un amore che non va più via”, un pezzo cantautorale, molto particolare, tra il parlato e il cantato. Antonio Maggio per il Ponte ha presentato “Ritrovarsi”, canzone perfetta (un po’ reggae) sotto il punto di vista vocale e della struttura. Il brano è stato accompagnato da una struttura coreografica di palloncini con sopra un cuore. Federica Camba (seconda lo scorso anno) per il Leon D’Oro ha cantato “Lo sai papà”, canzone pop che ricorda “Oggi sono io” di Britti, con un bel testo e concluso con una bella coda finale tra coriandoli giallorossi e palloncini volabti. Poi la campionessa in carica, la versiliese Giulia Mutti del Ranocchio che lo scorso anno stravinse con “Il Sole dentro” che divenne un vero e primo inno. Quest’anno ha presentato “Bum Bum Bum”, brano rock; infine è toccato a Virginio per il Pozzo con “Dove niente è cambiato”, pezzo lento ma con qualche acuto e un bel testo.
dp