di Eleonora Prayer
Maturità 2023: è iniziato il conto alla rovescia per centinaia di studenti versiliesi che si apprestano a sostenere il tanto temuto esame di stato. Con il ritorno alla normalità post pandemia, si torna anche alle regole “standard” per gli esami: prima e seconda prova con tracce ministeriali, colloquio orale classico, commissione mista. In termini di punteggio, si tornerà a dare un peso maggiore agli esiti delle prove d’esame rispetto al credito scolastico. Il voto finale sarà assegnato da una commissione d’esame composta, per metà, da commissari esterni dopo che, per ben tre anni, i maturandi si sono confrontati esclusivamente con i propri professori (tranne il presidente che è rimasto sempre esterno).
Quest’anno l’esame inizierà il 21 giugno con la prima prova, quella di italiano, ma le prove che sembrano spaventare di più sono la seconda, quella di indirizzo e l’orale. "Da quando è iniziato l’anno scolastico – racconta Lucrezia Barsotti della 5 liceo artistico multimediale del Piaggia – ho sempre cercato di scacciare dalla mia mente il pensiero che avrei dovuto affrontare un esame, forse il più importante di sempre, ma ora che siamo a giugno è diventato un qualcosa di concreto e che trasmette un po’ di paura. Questi momenti finali li sto vivendo con una naturale ansia. Per quanto riguarda le prove scritte, basandomi anche sulle esercitazioni svolte in classe, credo proprio che non saranno un problema. La prova che più mi preoccupa è l’esame orale. Anche se ovviamente avrei preferito svolgere un esame “facilitato” in quanto anch’io ho perso alcuni anni di insegnamento in presenza a causa della pandemia, capisco che prima o poi saremmo dovuti tornare alla normalità e noi siamo i mal capitati a dover affrontare un esame più serio. Altra difficoltà – conclude - che abbiamo notato in molti è la presenza di matematica all’orale, anche per licei non scientifici".
"Sono tranquilla – dice Camilla Berti, 5AFM del Piaggia -, non ho ansie né paure anzi, non vedo l’ora di sostenere l’esame per mettermi alla prova. In questi giorni mi dedicherò ad uno studio “matto e disperatissimo” per arrivare il più preparata possibile, soprattutto per quanto riguarda la seconda prova, quella che mi preoccupa di più. Tornare a una maturità “normale” non è giusto perché anche noi come i nostri vecchi compagni siamo stati ostacolati nel nostro percorso scolastico dal Covid. Vorrei ringraziare la professoressa Elisabetta Arrosti e Piera Andolfi, che mi hanno sempre spronata a dare il massimo". "Non vedo l’ora di affrontare l’esame di Maturità – commenta Sonny Day Bridger della 5DCV del Nautico -. Questo momento sancisce la fine di un percorso formativo caratterizzato da una grande soddisfazione personale e l’inizio di una nuova fase della vita. Parlando con i miei compagni devo ammettere che in linea di massima non abbiamo particolari paure, ovviamente per noi ragazzi del nautico della sezione costruttori la paura più grande si riversa sulla seconda prova, quella di struttura. È stata una scelta precoce quella di tornare alla maturità tradizionale. Siamo anche noi sempre “figli del Covid”". "Siamo quasi alla fine – esclama Gaia Aresu del Nautico –. Sono gli ultimi chilometri di quella che sembrava un’interminabile maratona. Sono giorni irripetibili questi, e sto cercando di godermeli al massimo. Quanto alle prove non sono preoccupata: in questi anni ho studiato costantemente e colgo l’occasione dell’esame per dimostrare soprattutto a me stessa quanto i miei sforzi e sacrifici non siano stati vani. Credo sia giusto tornare alla modalità di esame pre-pandemia".
"Non ho paura dell’esame – dice Giacomo Baldi del Liceo Barsanti e Matteucci – perché la mia preparazione dovrebbe farmi vivere con tranquillità le prove. L’unica cosa che mi preoccupa è la prima prova, perché il tema di italiano non è il mio forte. Questi momenti li vivo con nostalgia mi manca già, al pensiero, la scuola, l’ambiente stesso. La maturità secondo me è una prova che valuta poco il percorso scolastico e molto la capacità di essere cinici in 3 prove e essendo un esame finale per me dovrebbe essere invece il coronamento della persona che si è presentata ogni giorno a scuola per 5 anni". "Quell’esame che sembrava così lontano ora è vicino. Troppo vicino – sottolinea Benedetta Romani della 5H al Liceo Scientifico –, le emozioni sono la felicità di uscire e iniziare un nuovo percorso, ma allo stesso tempo la tristezza di un lungo percorso che si è ormai concluso. La prova che mi preoccupa di più è matematica, chissà cosa ci metterà il ministero dopo anni di seconda prova istituzionale… Secondo me non è giusto essere tornati all’esame canonico, ma non lo dico perché mi ci trovo in prima persona, ma perché oggettivamente una maturità normale dovrebbe esser fatta a coloro che hanno iniziato e finito i 5 anni normalmente".