Canniccia, lo spazio solo ai ricordi. La biodiscoteca è diventata un rudere

Versilia perduta: 25 anni di successi, ora è solo erbacce e ruggine

La Canniccia ai tempi del successo (foto Umicini)

La Canniccia ai tempi del successo (foto Umicini)

Pietrasanta (Lucca), 20 maggio 2018 - C'è chi ha proposto di realizzarvi un centro congressi e la Versilia ne avrebbe sicuramente bisogno per incrementare il numero delle presenze nella bassa stagione. C’è invece chi ha proposto di realizzarvi una piscina comunale anche se distante una manciata di chilometri c’è quella di Seravezza, proprio al confine con Forte dei Marmi. Una cosa è certa: da anni quel parco che era lussureggiante ed una delle mete più invidiate della Versilia è in uno stato di totale abbandono. Vederlo così fa male agli occhi ma anche al cuore perché quella zona è stata un tempio del divertimento della Versilia per un quarto di secolo.

La Canniccia vanta un primato. E’ stata la prima biodiscoteca della Versilia e sicuramente una delle primissime in Italia. Ora è un rudere e un parco in abbandono tra il casello Versilia della A-12 Genova-Rosignano e lo scorrimento.

Siamo al confine tra Pietrasanta e Forte ma la struttura è sempre Pietrasanta sia pure per pochi metri. Discoteca all’aperto con ben 4.000 metri quadrati di parco, è stata inventata dalla famiglia Galeotti, il papà Giuseppe e il figlio Alberto, ed è stata tra le più frequentate d’Italia negli anni Ottanta. Il progetto di grande successo e valore tecnico era quello dell’architetto Tiziano Lera, sempre molto attento e rispettoso delle istanze ambientaliste e sensibile alla difesa del territorio. Un paradiso per gli amanti della musica dance e non solo dove c’erano tantissimo spazio all’aperto con un parco invidiato. Che nell’estate del 2000 diventò studio televisivo ammirato in tutta Italia. Fu infatti alla Canniccia che Mediaset realizzò la prima edizione del nuovo millennio di Beato fra le donne. Era ancora l’epoca in cui le televisioni proponevano gli show estivi. Presentavano l’affascinante Natalia Estrada e un allora giovane emergente Enrico Brignano. Un comico e presentatore che aveva la stoffa. La regìa di un’istituzione della televisione come Beppe Recchia. Nel corpo di ballo anche Giovanna Civitillo che poi sarebbe stata sposata da Amadeus.

Venne realizzato un palco da 800 metri quadri e la discoteca fu discoteca presa d’assalto sia per le selezioni dei partecipanti che per essere pubblico dello show.

La famiglia Galeotti puntò molto sulla Canniccia che proponeva appuntamenti per un pubblico numeroso ma anche eventi di qualità con attrazioni di livello internazionale. Era la struttura del locale che lo permetteva perché c’erano gli spazi e c’era la possibilità di realizzare tutto quello che si voleva in una posizione strategica. Non in riva al mare come sono quasi tutti i locali versiliesi ma un po’ più all’interno come accade in Romagna.

Il successo continuò ancora. Affollatissime le serate nel parco con dj di valore internazionale come Bob Sinclair e molti altri. Verso il 2010 è cominciata la crisi. Le difficoltà economiche generale hanno inciso nell’economia del divertimento. Ci sono stati anche tentativo di rilancio con la formula “Canniccia Club Culture” e con la realizzazione degli schiuma party.

Ma torniamo all’inizio (dell’articolo) o meglio alla fine (della vicenda). Quel rudere in un’area abbandonata fa veramente male. E’ chiaro che il mito della Canniccia non si potrà perpetrare più e questo è un dispiacere per tutti. Resta il fatto che un’area così degradata di fronte agli occhi di tutti e allo svincolo autostradale è uno schiaffo per l’immagine di tutta la Versilia.