REDAZIONE VIAREGGIO

Da commissario del Pd a capo di gabinetto

Franchi ha lasciato l’incarico di partito e stamani firma il contratto col sindaco Del Ghingaro: curerà i rapporti politici e istituzionali

di Beppe Nelli

Clamoroso e glamorous al contempo. Alessandro Franchi si è dimesso da commissario del Pd cittadino e stamani firmerà l’accettazione dell’incarico di capo di gabinetto del sindaco Giorgio Del Ghingaro.

La novità apre due scenari. La segretaria regionale Pd Simona Bonafè dovrà nominare un nuovo commissario che conduca il partito viareggino al congresso straordinario. E in Comune, dopo i divieti del dissesto, torna l’ufficio di gabinetto del sindaco con funzioni di coordinamento politico-istituzionale e rapporti "col mondo". "La proposta di Del Ghingaro era aperta da tempo – dice Franchi – e il commissariamento si stava rivelando più lungo del previsto, perché con la pandemia non è ancora possibile prevedere quando tenere il congresso del Pd Viareggio. Perciò, d’accordo con la segretaria regionale Bonafè e col segretario territoriale Brocchini, ho ritenuto opportuno dimettermi per non sovrapporre i due incarichi". Firenze dovrà decidere a chi affidare la prosecuzione del traghettamento del Pd alla formazione dei nuovi organismi dirigenti. Ma, archiviata la scottante fase elettorale, la scelta del nuovo commissario potrebbe anche ricadere in ambito versiliese: lo stesso segretario Riccardo Brocchini, o un altro esponente della federazione.

Cambia invece totalmente marcia l’organizzazione dell’amministrazione Del Ghingaro, come spiega il sindaco: "La mia decisione risale a molto tempo fa, ma Franchi era impegnato col commissariamento. Ha un curruculum vasto, e ci conosciamo da quando eravamo sindaci, lui a Rosignano e io a Capannori. Però quando sono stato eletto a Viareggio c’era il dissesto, e non potevo prendere un capo di gabinetto. Adesso siamo tornati alla normalità, ho firmato il decreto, e ho assunto Franchi in base all’articolo 90 del Tuel. Non è un dirigente, è inquadrato in categoria D col relativo emolumento complessivo pari a 48.552 euro annui lordi". Ciò significa che dopo le tasse, in base agli scaglioni anche su eventuali altri redditi, Franchi prenderà meno di 3 mila euro al mese. L’incarico è a tempo determinato, e dura finché il sindaco è in carica. Analogamente a quello dell’ex consigliera Patrizia Lombardo, già in segreteria per le iniziative istituzionali.

"Avremo finalmente un gabinetto come Dio comanda – prosegue Del Ghingaro – e se possibile, ad anno nuovo prenderò un altro membro dello staff sempre ex articolo 90". Prima di Franchi il Comune ha avuto tre capi di gabinetto: Moreno Gabrielli ai tempi della seconda giunta di Marco Marcucci, Edoardo Rivola col sindaco Luca Lunardini, e Alessio De Giorgi col sindaco Leonardo Betti (alcuni commissari prefettizi hanno avuto figure di staff). Ma l’accoppiata Del Ghingaro-Franchi sembra più somigliare al livello di Ledo Gori con l’ex governatore della Toscana Enrico Rossi.

L’arrivo del capo di gabinetto giunge in un momento difficile delle relazioni tra amministrazione e piccola imprenditoria locale, dovuto all’emergenza Covid e al progetto per il mercato di piazza Cavour. La pandemia ha rallentato, a Viareggio come altrove, l’avvio di molti interventi già programmati (Terrazza della Repubblica) e in corso di valutazione. Il nuovo staff sarà di certo al centro delle attività per agganciare i fondi pubblici ordinari e quelli straordinari del Recovery plan. E il capo di gabinetto potrebbe sfoderare doti diplomatiche. Ma ha già rimesso in agitazione i Dem viareggini.

Proprio Franchi, strumento del ribaltamento delle alleanze comunali alle scorse elezioni, e la vicesindaca Federica Maineri che dalla segreteria regionale partecipò all’operazione, ora occupano due posti chiave nell’amministrazione Del Ghingaro. Dopo anni i rapporti tra il sindaco e i livelli alti del Pd sono tornati a splendere. In compenso la classe dirigente di via Regia è stata azzerata: quella futura, che uscirà dal congresso, a causa del Covid sembra ancora molto lontana.