
Coccobello
Viareggio, 7 agosto 2019 - Agosto al mare a Viareggio era un cliché. Fatto di spiagge affollate, bambini petulanti, odore d’abbronzante. E poi il grido «Coccobello» da fare invidia a Pavarotti, e anche l’insistente «tutto bello niente caro» di quelli che una volta erano chiamati «vucumprà». Oggi la parola può suonare offensiva anche senza intenzione. Però gli ambulanti che battevano gli ombrelloni avevano rotto la barriera del minuto uno dietro l’altro. Oggi invece sono diventati mosche bianche, almeno sulla sabbia. I pochi al lavoro, sconsolati, ripetono il ritornello: «Non c’è gente». E senza gente non si vende.
Se n'è accorto anche Mustafa, un venditore ambulante del Senegal. «Purtroppo non c’è gente – racconta in italiano perfetto – Gli affari vanno male, rispetto allo scorso anno non c’è paragone. A Viareggio non c’è nessuno. La situazione è davvero drammatica, ci sono giorni in cui la sera torno a casa senza aver guadagnato nulla». Come molti nella sua situazione Mustafà è simpatico, disponibile, ma niente foto. Però è uno che ha capito che succede in Italia: «Non c’è lavoro e quindi non ci sono soldi, chi invece il lavoro ce l’ha è al lavoro anche ora, e non qua al mare. E così non si vende un bel niente». Dovendo muoversi di continuo, gli ambulanti hanno la foto delle differenze del territorio più aggiornata di una rilevazione Istat permanente. Modu, anche lui senegalese col campionario di di vestiti e magliette, ha capito tutto: «Va un po’ meglio quando ci spostiamo a Lido. O a Marina di Pisa e Tirrenia. Qui è un deserto, al Vialone in Darsena poi non se ne parla. Noi ambulanti adesso siamo meno proprio per questo». Infatti Simone Bini, bagnino della cooperativa L’Altro mare accanto al Molo, è categorico: «Si vedono molti meno venditori. Io lavoro anche all’Altro mare in Darsena e quest’anno non ho ancora visto passare un venditore di cocco. Qui in Passeggiata Coccobello si sente solo ogni tanto. Il venditore di bomboloni invece è proprio sparito. Resistono solo le donne in abiti etnici che vendono vestiti, o i ragazzi del Bangladesh con occhiali da sole e chincaglierie varie. O chi vende bibite fresche».
Il gelataio col frigo a tracolla, con acqua e bibite, funziona sulle spiagge libere dove non ci sono bar. Ma alla spiagge del Molo non c’è quasi nessun bagnante, e il ragazzo pakistano non vende nemmeno una bottiglietta. Ci prova con due giovani, ma nulla da fare. Così riprende il suo cammino tra i fantasmi. I fantasmi di un passato glorioso, che urlavano Coccobello, bomboloni caldi, e figuriamoci se qualcuno si ricorda più le donne viareggine che arrivavano in spiaggia con le focaccine, subito prese d’assalto. Quest’anno va così. Anche per gli ultimi della filiera turistica.