Corruzione e ambiente. L’inchiesta ligure coinvolge. Saverio Cecchi e i Paletti

Al presidente di Confindustria Nautica notificata una misura cautelare interdittiva. La famiglia di imprenditori milanesi attivi al Forte nel “mirino“ per la Palmaria.

VIAREGGIO

Una scossa tellurica che arriva sino in Versilia e a Viareggio quella dell’inchiesta ligure che ha portato agli arresti domiciliari il governatore Giovanni Toti e il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani, già sindaco di Porovenere. Un’inchiesta per corruzione e e falsificazione degli appalti che ha al centro proprio il braccio destro del presidente Ligure. Il 39enne Cozzani (è nato il 4 maggio 1985) è considerato dai magistrati "il punto di contatto" tra due distinte inchieste: una della Procura di Genova e l’altra della Procura della Spezia. Tanto che entrambe le Procure hanno chiesto (e ottenuto) per lui la misura cautelare degli arresti domiciliari. Nei suoi confronti la procura della Spezia ha emesso una decina di ordinanze di custodie cautelari per quella che potrebbe essere considerata l’inchiesta ‘madre’ che ha dato il via, con la trasmissione degli atti, all’inchiesta genovese che ha poi portato ai domiciliari il governatore, all’arresto dell’ex presidente dell’authority portuale Signorini e dello stesso Cozzani. Le ordinanze sono state eseguite dalla Guardia di finanza della Spezia. Disposto anche un decreto di sequestro preventivo per reati contro la pubblica amministrazione, tra cui corruzione e turbata libertà degli incanti.

Oltre che per Cozzani, l’autorità giudiziaria spezzina ha disposto gli arresti domiciliari per il fratello Filippo, quest’ultimo titolare di alcune aziende di famiglia, gli arresti domiciliari per Raffaele e Mirco Paletti, imprenditori vicini a Matteo Cozzani, amministratori del Grand Hotel di Portovenere e attivi anche a Forte dei Marmi dove hanno una villa, coinvolti per aver dato e promesso utilità a quest’ultimo in cambio di agevolazioni fornite dall’ex sindaco in favore delle loro società. Disposta una misura interdittiva del divieto temporaneo dall’esercizio delle attività imprenditoriali e professionali svolte per altri 6 imprenditori, a vario titolo coinvolti. Dei sei uno è il presidente di Confindustria Nautica, oltre che rappresentante legale della società ‘I saloni nautici srl’, Saverio Cecchi, molto conosciuto a Viareggio che frequenta spesso proprio per il suo ruolo ai vertici della Confindustria Nautica. Oltre a lui a finire nel mirino degli inquirenti anche il direttore commerciale del Salone nautico di Genova, Alessandro Campagna.