Contributi non dovuti: imprenditori nei guai

Le fiamme gialle smascherano undici ditte terziste: avevano ottenuto fondi regionali per 250 mila euro senza investirli nelle imprese

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di Francesca Navari

Avevano richiesto finanziamenti dalla Regione che hanno invece impiegato per spese personali. E in un caso addirittura a questi fondi si sono sommati pure i bonus a sostegno delle imprese per l’emergenza covid.

La guardia di finanza, nell’ambito delle attività a tutela del distretto nautico viareggino, ha denunciato 11 soggetti titolari di altrettante ditte della Darsena operanti nel settore della cantieristica navale per i reati di malversazione a danno dello Stato e indebita percezione di contributi per un importo complessivo pari a circa 250mila euro. Si tratta di realtà terziste, con appalti (o sub appalti) per lavori di riparazione, verniciatura, arredo o falegnameria. In particolare, dalle indagini condotte dal gruppo di Viareggio, sotto la direzione della Procura di Lucca, è emerso che gli indagati, dopo aver richiesto e ottenuto finanziamenti agevolati dalla Regione per il tramite di Fidi Toscana spa, non hanno poi destinato le somme per le finalità previste dal bando volte a favorire l’avvio di micro e piccole imprese. Dalla disamina della documentazione relativa all’istruttoria e quella dei conti correnti bancari, è stato evidente che i soggetti investigati, 10 di nazionalità rumena e 1 italiano (un viareggino di 29 anni titolare di una ditta di arredo), dopo aver aderito al bando indetto dalla Regione nel 2019 e ottenuto in acconto il finanziamento agevolato (a tasso zero), nella misura del 70% del costo totale ammissibile, hanno successivamente utilizzato le stesse per spese personali. I beneficiari, all’atto di presentazione della domanda, avevano prodotto, unitamente alla domanda di aiuto, una specifica proposta progettuale (scheda di programma di investimento) comprensiva di una relazione descrittiva, un prospetto dei costi per voci di spesa e un piano finanziario (fontiimpieghi). Poi però non solo non hanno trasmesso il rendiconto delle spese sostenute per tali progetti, ma i soldi avuti, sono stati distratti dai conti correnti, e forse portati all’estero.

I finanzieri hanno accertato che il giovane viareggino aveva pure indebitamente percepito 25mila euro a titolo di finanziamento garantito dallo Stato previsto dal “Decreto liquidità” per le imprese danneggiate dall’emergenza sanitaria Covid-19, autocertificando falsi dati contabili. Su disposizione del gip è stato eseguito il sequestro preventivo finalizzato alla confisca delle somme “covid” indebitamente percepite, sottoponendo a vincolo conti correnti, due autovetture e un terreno agricolo in Massarosa (del fatto informata la Corte dei Conti per il danno erariale cagionato).

"La nostra azione – commenta il comandante del gruppo di Viareggio, Armando Modesto – testimonia il costante impegno a tutela degli operatori economici onesti del distretto industriale, attraverso la pianificazione e l’esecuzione di interventi nei confronti di quei soggetti che attuano forme di concorrenza sleale ricorrendo a manodopera a nero, all’evasione fiscale o all’indebita percezione di contributi di ogni genere che vengono fraudolentemente sviati dalle finalità pubbliche di supporto alla crescita produttiva e occupazionale del settore".