Commercio pasquale sotto zero "La gente non ha più soldi in tasca"

Bertolani fa la radiografia del settore: "Tra bollette e rincari ingiustificati, dopo la spesa alimentare all’ex ceto medio non resta nulla. E le piccole aziende familiari sono le più esposte al rischio di chiusura""

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Nell’uovo di Pasqua dei commercianti viareggini non è prevista nessuna sorpresa lieta, tanto meno il "pulcino" della ripartenza. Le vendite languono, non si segnala alcuna ripresa dopo i deludenti saldi di marzo, e i negozi ancora gestiti da piccole imprese familiari sono sempre più a rischio. Non è allegro il quadro disegnato da Piero Bertolani di Confcommercio.

La parola d’ordine anche in questo periodo pasquale per le famiglie è “risparmio“ e così nei negozi a oggi non ci sono le file per gli acquisti. ll caro bollette, l’aumento dei prezzi dei generi di prima necessità, il quadro internazionale con il conflitto Russo Ucraino, provoca nelle famiglie del ceto medio una situazione di criticità economica e di criticità psicologica, che si traduce nel risparmio. Massima attenzione alle spese anche in questa settimana che pecede la Pasqua e solitamente dedicata a qualche acquisto in più. E la logica del risparmio a sua volta diventa mancanza di ossigeno per il commercio e per l’economia anche a livello locale. Lo sa bene Piero Bertolani, presidente di Confcommercio, che si confronta con le realtà economiche del territorio: "La gente acquista solo beni essenzialio quelli essenziali".

"Le attività, in particolare le più piccole escono da due anni di pandemia che le hanno messe in difficoltà. Ora si è aggiunta la crisi economica internazionale. La situazione attuale di carattere internazionale ha creato un ulteriore ostacolo nello stato d’animo della famiglie che tendono a risparmiare. Il caro bollette, l’aumento delle imposte e l’aumento, secondo me ingiustificato dei generi alimentari di prima necessità – è sufficiente andare in un supermercato per verificare cosa sta succedendo – spingono i cittadini al risparmio. Risparmio che va direttamente a pesare sugli acquisti", spiega Bertolani che ormai da tempo ha un confronto serrato con i soci della sua associazione di categoria. "Il ceto medio è quello più colpito dalla crisi. Da quanto so gli alberghi di lusso anche sul nostro territorio risentono meno della attuale situazione economica. C’è sempre chi si può permettere di spendere. E’ il ceto medio che soffre. E in questa situazione precaria e critica c’è da fare un altro distinguo : la crisi viene sentita in modo diverso dalle catene multinazionali che in qualche modo si barcamenano.I piccolid negozi, le attività medie per andare avanti devono prendere una decisione dolorosa: abbassare i prezzi, e sperare che in qualche modo la situazione generale possa migliorare", conclude il presidente Bertolani. Nonostante i proclami governativi, nei i portafogli delle famiglie c’è poca liquidità.

Maria Nudi