
Il Mamamia è la creatura ideata da Christian Panicucci, diventato il ritrovo di intere generazioni arrivate da tutta Italia
Viareggio (Lucca), 14 settembre 2025 – Con il Mamamia è stato uno dei pionieri di quel miglio dorato, tra il Parco e le dune di Torre del Lago. Locale notturno dove il divertimento è stato anche politica, attivismo, innovazione, oltre che impresa e sviluppo. Uno dei motori della trasformazione di quel confine discreto, che sin dagli anni Sessanta è stato un rifugio di amori senza etichette in una società affatto inclusiva, nella capitale italiana del turismo Lgbt, e poi anche qia+, celebrata come “Friendly Versilia“ sulle guide turistiche di tutto il mondo. È stato “un visionario che ha saputo tenere fisso lo sguardo su un orizzonte fatto di libertà e spensieratezza”, così il suo “Mama“ – storico locale della Marina inaugurato nel 1999 – ricorda oggi Christian Panicucci, l’imprenditore scomparso a 59 anni, nella sua casa di Santa Maria a Monte, dopo una lunga convivenza con la sclerosi multipla amiotrofica.

“Credo nel sole anche quando piove“, aveva scritto sui social citando un passaggio attribuito ad Anna Frank. Metafora perfetta di una vita vissuta cercando con orgoglio ed ostinazione l’arcobaleno oltre le nuvole, Panicucci è stato una della bandiere della comunità queer.
Il primo con l’allora compagno, e socio fondatore del Mamamia, Alessio De Giorgi, a celebrare un matrimonio gay in Italia. Era il 21 ottobre 2002 quando la carrozza con gli sposi arrivò di fronte a Palazzo Farnese, sede dell’ambasciata francese a Roma. Grazie alle origini di Panicucci, nato a Grenoble, la coppia poté infatti unirsi civilmente sottoscrivendo un Pacs alla francese. Quel “sì“, a pochi metri dal Vaticano e dalla Camera dei Deputati, oltre a coronare una relazione decennale, fu anche l’occasione per “porre la questione, ormai ineludibile – dissero gli sposi –, della necessità di riconoscimento anche nel nostro paese delle coppie di fatto omosessuali”.
E proprio quel giorno l’onorevole Franco Grillini, testimone di nozze, presentò la prima proposta di legge sui Pacs italiani. Unione civile che l’Italia avrebbe dovuto aspettare per altri 14 anni, istituita a giugno 2016 con la legge Cirinnà. Nel frattempo le strade di Panicucci e De Giorgi si erano già divise, ma, dopo un divorzio burrascoso, si sono anche ritrovate. “Sono stati 15 anni d’amore intensi e generativi – il ricordo di De Giorgi –. Poi la vita ci ha portato altrove ed infine l’età ci ha fatto trovare una nostra dimensione di intima ed affettuosa serenità. Che la terra ti sia lieve come sanno esserlo i granelli di sabbia davanti al Mama o i rasi delle tue amate drag queen”. E l’eredità che lascia Panicucci è inestimabile : “Ci sono migliaia di persone che a te devono tanto – scrive La Wanda Gastrica, animatrice delle notti sulla Marina –, tutti quelli che hanno trovato se stessi al Mama. Tutti quelli che hanno trovato il coraggio di vivere liberamente e apertamente. Loro di solito ringraziano noi, che siamo sul palco, ma non sanno che quel palco non esisterebbe se nel ’99 non ci fosse stato un visionario capace di guardare oltre quella baracchina di legno. E di renderla il Mamamia”.
Fino a lunedì, alle 13, la salma di Christian Panicucci si trova esposta alle camere del Commiato di Via Bargagna 2, Pisa. Nei prossimi giorni sarà svolta una cerimonia commemorativa a Torre del Lago.