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Choc anafilattico per un farmaco?. Muore dopo alcuni giorni di agonia

La vittima è un’impiegata camaiorese di 63 anni che si è sentita male dopo aver assunto un antibiotico. Il trasferimento all’Opa di Massa, poi in rianimazione al Versilia Ieri il decesso e l’espianto degli organi.

E’ deceduta a 63 anni dopo una settimana in cui è rimasta in coma. La donna era andata in arresto cardiaco forse in conseguenza di uno choc anafilattico dovuto probabilmente a un’allergia a un farmaco. Circostanza che però non viene confermata dai vertici della Asl, per i quali non è chiaro quale sia l’origine dell’arresto cardiaco. Per alcuni giorni, Emanuela Puccetti, impiegata di Camaiore, ha lottato con tutte le sue forze. Prima era stata portata all’Opa di Massa e poi trasferita nella sala di rianimazione all’ospedale Versilia. Ma non c’è stato nulla da fare.

Emanuela si era sentita male una settimana fa circa nella sua abitazione di Camaiore dopo un’iniezione di un antibiotico, il Recefin (che è di uso abbastanza comune) e che, peraltro, la donna aveva già assunto anche in passato senza che le causasse mai delle conseguenze. Ma questa volta, ha avuto una reazione immediata. "Non mi sento bene, ho molto freddo, accompagnami in ospedale", ha detto al compagno Roberto. Ma la situazione è presto drammaticamente peggiorata. Visto che era andata in arresto cardiaco è stato deciso il trasferimento all’Opa di Massa. Poi l’ulteriore trasferimento al Versilia in sala di rianimazione. Ma da quando Emanuela è entrata in coma non si è più ripresa e i medici non le hanno potuto salvare la vita. Dagli accertamenti fatti in ospedale la donna è andata in arresto cardiaco. Ma non sarà fatta un’autopsia per chiarire meglio la causa del decesso e stabilire con certezza se l’assunzione del farmaco sia stata effettivamente o no la causa del suo improvviso malessere.

La notizia del decesso di Emanuela si è sparsa in breve tempo a Camaiore, dove tutta la famiglia è molto conosciuta. Il padre Eugenio, che non c’è più, aveva gestito la gioielleria in centro del paese che portava il suo nome, una delle più conosciute a Camaiore. Oltre al compagno Roberto, lascia nella più profonda disperazione il figlio Andrea, la nuora, un nipotino, l’anziana madre Paola, il fratello Giovanni e la sorella Nicoletta. Amici e familiari hanno sperato fino all’ultimo e pregato con tutte le loro forze perché Emanuela si riprendesse da questa crisi e tornasse alla sua vita di tutti i giorni. Ma così non è stato.

La famiglia, come ultimo gesto di generosità, ha acconsentito all’espianto degli organi che è stato effettuato ieri. Già fissati i funerali che saranno celebrati questa mattina alle 11 nella chiesa della Badia a Camaiore a cura delle onoranze funebri Il Colosseo.

Paolo Di Grazia