
di Beppe Nelli
Il dissesto del Comune è chiuso: formalmente, e legittimamente. L’Organo straordinario di liquidazione composto da Maria Savini, Fabio Dostuni e Quirino Cervellini ha emanato il rendiconto di gestione e liquidazione che pone fine alla procedura di risanamento dell’ente. Il dissesto era stato deliberato il 2 ottobre 2014 dal consiglio comunale: poi la giunta di Leonardo Betti aveva perso la maggioranza e l’anno dopo era stato eletto sindaco Giorgio Del Ghingaro. Il quale ha più volte annunciato la chiusura di fatto del dissesto, anche nel suo primo mandato, ma per la legge il dissesto si è chiuso il 1° giugno con la deliberazione finale dell’Osl. Dopo 8 anni, anziché i 5 teoricamente previsti dal Tuel.
Il documento dell’Osl consta di ben 340 pagine col resoconto dettagliato di tutti i recuperi creditizi fatti (la massa attiva) e dei debiti pagati (massa passiva) relativi alla contabilità comunale antecedente al 1° gennaio 2014. Le cifre della liquidazione differiscono dalle ipotesi che erano circolate ai tempi dell’ispezione del Mef perché alcune partite non sono state riconosciute ai sensi del Testo unico enti locali, mentre altre restano a carico dei fallimenti della Viareggio Patrimonio e della Versilia centro congressi. L’Osl ha ammesso nella massa passiva istanze per 79,9 milioni, da pagare al 50% in base alla deliberata procedura semplificata; l’Osl ha quindi proposto ai creditori transazioni per 37,5 milioni, ma per 11,3 milioni non sono state accettate. Quindi l’Osl ha pagato 26,1 milioni, di cui 15,2 per debiti fuori bilancio, e 10,9 milioni di residui passivi. Il saldo di cassa della liquidazione è zero, cioè zero euro da restituire allo Stato. L’Osl ha riscosso crediti (massa attiva) per 57 milioni. Altre partite: 685 mila euro di spese di gestione al netto di 70 mila euro di aggioriscossione tributi pagati a ICare Srl; 30,1 milioni da restituire al Comune nel proprio conto di tesoreria, relativi anche ai mutui agevolati decretati dal Ministero dell’Interno e non utilizzati (di questi, 11,3 milioni sono vincolati a investimenti, inseriti dalla giunta Del Ghingaro nel piano delle opere pubbliche autofinanziate). Le entrate del conto di tesoreria ex Osl dopo il 25 maggio 2022, e relative spese bancarie, saranno gestite dal Comune.
Il dettaglio dei crediti e debiti trattati dall’Osl occupa 321 pagine. Molte istanze valgono poche centinaia di euro; altre sono sostanziose. Per esempio nella massa attiva (crediti del Comune non riscossi) 130 mila per le antenne a telefonia; 50 mila circa per occupazioni abusive di un contribuente; 59 mila per una concessione portuale; 17 mila per prestazioni evento a Torre del Lago; 19 mila per concessioni mercato dei fiori e 21 mila del mercato ittico; 31 mila da un ortofrutta; 467 mila di recupero dalla Mover; 205 mila di Imu precedente e 281 mila di Imu 2013 (altri 115 mila non più recuperati ); 190 mila di Tares rifiuti per la Provincia. Emblematica di come, dal 2009 in poi (gli anni precedenti erano prescritti) il Comune avesse smesso di riscuotere le tasse, il caso Tia per famiglie e aziende: l’Osl ha recuperato qualcosa come più di 12,5 milioni di euro. Per anni tutti hanno fatto quel che gli pareva, anche enti e società pubblici. Si parla di 2,1 milioni di Ici recuperata dall’Osl, 950 mila di imposta pubblicità, oltre 3 milioni si suolo pubblico: non c’è una tassa una multa o un affitto che in quegli anni non venissero evasi a man bassa. Scandalose, poi, le cifre dei rapporti con partecipate e società pubbliche. Di 72 milioni di somme evase, l’Osl ne ha recuperati 57. Dei 67 milioni di debiti comunali l’Osl ne ha pagati 26.
Il presso del dissesto è stato pagato dagli italiani, non dai viareggini che hanno perso solo il servizio scuolabus: nel periodo, le tasse locali al massimo sono diventate regola in tutti i Comuni. La perdita di impianti sportivi e altri beni, invece, afferiscono ai fallimenti della Patrimonio (con ancora il contenzioso di circa 23 milioni di dare-avere col Comune) e della Centro congressi. Per questi fallimenti sono aperte le azioni di responsabilità contro gli ex amministratori tecnici, sempre che abbiano delle responsabilità rispetto ai mandati ricevuti dal Comune nelle assemblee dei soci. Ma, curiosamente, nessun politico è stato chiamato a pagare, nemmeno per il dissesto.