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Chiude la storica ‘Mocciolona’. Era il più vecchio negozio di scarpe

Oggi ultimo giorno di lavoro, poi le saracinesche dell’attività resteranno definitivamente abbassate. La crisi del Covid e la concorrenza di Internet hanno reso sempre più difficile il commercio nel centro storico

L’attuale proprietaria del negozio di calzature in piazza del Rivellino in centro conosciuto da tutti come “La Mocciosa” aperto fin dagli albori del ’900

L’attuale proprietaria del negozio di calzature in piazza del Rivellino in centro conosciuto da tutti come “La Mocciosa” aperto fin dagli albori del ’900

Camaiore, 28 giugno 2025 – Chiude i battenti la storica bottega della ‘mocciolona’: oggi sara’ l’ultimo giorno delle vetrine agghindate di Piazza del Rivellino. Il più vecchio quanto a vendita di scarpe e ciabatte, licenza ingiallita, ma verace, il negozio dei Ghilardi ha fatto di recente una svendita totale delle ultime paia di calzature rimaste: qualche spardillas da bimbo arancione, un numero 41 di ciabatte invernali da uomo, qualche scarpa col tacco quello che resta del suo mondo.

E poi i cincindellori e i palmizi per la processione delle Palme come articoli aggiuntivi, camaioresi doc. Il banco centrale in stile, appena si entra, e scaffalature ovunque come fosse una libreria strapiena con scatole sovrapposte, le misure stampate fuori, cesti e ‘pallini’ sul cartone dei colori . Le pantofoline da bambino scozzesi in rosso con le stringhe, tipiche degli anni ‘60 poi le infradito, le ballerine oro e argento, i tacchi: era tutto questo la mocciolona.

“Si chiude - dice la Ghilardi - oramai non e’ rimasto quasi niente. Dopo il Covid, la crisi si e’ intensificata e poi internet e la grande distribuzione…”. Eppure chi, di tante generazioni, in un secolo non ha comprato dalla mocciolona? Sotto l’Arco della Vergine, subito a sinistra venendo dalla piazza principale, casa e bottega per i Ghilardi: dietro la rivendita, i vani della cucina e delle camere, dove Cesarina, deceduta a 86 anni nel 2014 proprio in giugno, da bimba, a soli otto anni, era già dietro a quel banco di legno con intarsi e lo specchio. Forse il nome deriva proprio da ‘moccolona’, vista l’età infantile della minuta commessa, come si usa dire dei bimbi col ‘moccio’ al naso: fatto sta che la bottega è diventata la sua vita e anche la sua famiglia.

Con lei la Narina, commessa presente e preziosa, tutta in tinta dal vestito alla collana e, da ragazza, anche la madre del sindaco Alessandro Del Dotto. Vicino viveva don Antonio Ghilardi, il fratello prete, morto qualche anno fa, insegnante di religione alle scuole superiori. Le pantofole di pezza, le scarpette con il laccio, per sfoggiarle alla processione del Corpus Domini, gli stivali e le calosce colorate: attraverso i tempi dei piccoli negozi di fiducia, della confidenza col cliente, che per fortuna a Camaiore ancora resiste, seppur in modo molto calato.

“Per qualche anno l’ha gestito mia figlia - dice la titolare, cognata di Cesarina - poi siamo arrivati alla decisione. Le tasse bisogna pur pagarle. Speriamo che riapra, che riviva con altre attività: lo sa? La gente veniva a provare le scarpe o le ciabatte e le fotografava , per poi comprarle on line…”. Oggi va così: tutto su internet e a minor costo. Rossella Ghilardi, la figlia, aveva anche rilanciato la bottega con borse moderne e accessori eleganti nelle vetrine accanto, ma il periodo purtroppo non premia. Peccato, era un’istituzione, un grande negozio fascinoso coll’odore di scatole di cartone e di altri tempi, prima della guerra. Forse, anzi di certo, più genuini, in bianco e nero.

Isabella Piaceri