
Aveva 63 anni, molti dei quali spesi a scrivere per il quotidiano Il Tirreno. Una firma autorevole e indipendente. Lascia una figlia e due sorelle.
Sempre un passo avanti. Col piglio e la decisione di una cronista di razza. Donatella Francesconi (nella foto con l’ex direttore del Tirreno Roberto Bernabò), nostra collega del Tirreno, è deceduta ieri all’età di 63 anni all’ospedale Versilia dove era ricoverata da alcuni giorni per l’aggravarsi di una malattia contro la quale con grande dignità aveva combattuto negli ultimi tempi. Fino a che le forze l’hanno sorretta, Donatella non ha mancato di far sentire la sua voce, libera e indipendente. Quando aveva una notizia in mano, andava a fondo senza guardare in faccia a nessuno, creandosi antipatie e inimicizie. Ma lei era animata dal sacro fuoco del giornalismo che non le faceva avere tentannamenti di sorta né scendere a compromessi. Non si fermava alle versioni ufficiali o alle veline istituzionali. Carattere spesso scontroso e scorbutico, non era facile andare d’accordo con lei, ma per tanti giovani colleghi è stata ed è tuttora un esempio da seguire. Su come si fiuta una notizia, su come la "si cavalca" e su come la si pubblica. Una donna forte, battagliera, sempre schierata dalla parte degli umili, dei più deboli, di chi generalmente non ha voce. Aveva iniziato la sua carriera nella Cgil e per questo è sempre rimasta legata a valori e principi forti, su tutti la difesa dei diritti dei lavoratori, dei cittadini in generale, di fronte alle storture del sistema.
Donatella ha seguito tantissime vicende legate a Viareggio. Di cronaca bianca, come si dice in gergo, nera o giudiziaria. Ma crediamo di non sbagliare se diciamo che il suo nome resterà comunque indissolubilmente legato alla strage ferroviaria del 29 giugno 2009. Come tanti di noi, quella notte maledetta l’ha trascorsa nell’inferno di via Ponchielli a cercare di capire cosa stesse accadendo. E ha continuato a farlo nei giorni, nelle settimane e negli anni successivi. Alla ricerca di quella verità e quella giustizia che invocavano i familiari delle vittime. Anzi, per loro è stata un punto di riferimento isostituibile. Donatella Francesconi ha seguito l’inchiesta della magistratura lucchese raccontandone nei dettagli ogni aspetto, di pungolo, di stimolo e anche di aiuti agli inquirenti.
Con lei, devo dire, ho sempre avuto un ottimo rapporto, di reciproca stima, affetto e amicizia. La vicenda processuale della strage l’abbiamo seguita insieme, fianco a fianco per ognuna delle oltre 150 udienze fra Viareggio, Firenze e Roma. Una giornalista e una professionista brava e preparata, ma anche sempre corretta, dote non banale nel nostro mestiere. Una donna dal grande senso dell’umorismo che sapeva ridere di se stessa. Il pensiero va a sua figlia Rossana, alle sorelle daniela e Viviana, alla sua famiglia. E anche, ovviamente, ai colleghi del Tirreno comprensibilmente scossi da questa terribile notizia.
Tantissimi i messaggi di cordoglio che sono giunti ieri pomeriggio da più parti. Riportiamo quello del sindaco Giorgio Del Ghingaro a nome di tutta la città di Viareggio. "Apprendo con dispiacere della scomparsa di Donatella Francesconi. Il nostro – ha scritto il sindaco in una nota – è stato un rapporto spesso acceso, segnato da confronti anche duri, ma sempre animati da una passione autentica per la vita pubblica e per la città. Alla sua voce critica e al suo instancabile lavoro sul campo si deve riconoscere un contributo importante al dibattito cittadino. Ai suoi cari, le mie più sentite condoglianze". La salma resterà esposta alla Croce Verde fino a domani mattina. Oggi alle 14,45 un momento di raccoglimento collettivo.
Paolo Di Grazia