"Ero il cuoco dei Berlusconi". Vuole 700mila euro

Un lavoratore di Viareggio cita in giudizio Pier Silvio Berlusconi: dopo il licenziamento vuole le indennità arretrate

Giacomo Canale

Giacomo Canale

Viareggio, 9 agosto 2020 - Per quasi vent’anni, sostiene, è stato cuoco a servizio della famiglia Berlusconi. Ma, secondo quanto sostenuto dal suo avvocato, quel rapporto stretto, terminato con un licenziamento, era fondato su contratti di mansioni che nulla avevano a che fare con la cucina: falegname di cantiere, marinaio sullo yacht, fino ad operaio addetto agli allestimenti.

Così ora Giacomo Canale, 43 anni, di Viareggio, ha citato in giudizio davanti al Tribunale del lavoro di Genova Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente del colosso Mediaset, al quale chiede 700mila euro di retribuzioni non versate. L’udienza è fissata per il 16 marzo, per chiarire quello che l’avvocato dello chef, Claudio Lalli, definisce «un rapporto di fiducia».

I rapporti tra Canale e i Berlusconi nascono nel 1994 per caso: il cuoco di bordo del «Principessa vai via» di Silvio ha un infortunio, così l’allora 17enne Canale, studente dell’istituto alberghiero, arriva alla corte del Cavaliere che lo confermerà per le stagioni successive, fino alla vendita della barca. Ma a fine marzo 2007 (ricostruisce il legale) ecco la nuova chiamata, stavolta per lo yacht Suegno del figlio Pier Silvio, «che ricordava positivamente le capacità lavorative del ricorrente». Così è scritto nella citazione. Canale diventa l’unico chef di bordo, ininterrottamente fino al 2010, stringendo un rapporto fiduciario con Pier Silvio tanto che l’imprenditore lo chiamerà a fare di nuovo il cuoco per la sua famiglia dal 2010 al 2018, in modo costante nel castello di Paraggi dove Berlusconi Junior viveva con la moglie Silvia Toffanin e i figli (e dove il Cavaliere arrivava in visita per le ricorrenze o alcuni weekend). 

«Il mio assistito – sostiene l’avvocato Lalli – non solo doveva procedere alla cottura e preparazione dei cibi ma anche occuparsi dell’approvvigionamento. Preparava il tutto per il nucleo familiare che consumava il pasto verso le 15 e la cena alle 22,30 ma anche per i bambini e le 3 baby sitter e, talvolta, per i genitori della signora Toffanin, per la scorta e il personale addetto al castello». Il 29 ottobre 2018 quel rapporto si è rotto e lo chef è stato licenziato. Ma ora Giacomo Canale rivendica il pagamento, dal 2010, di innumerevoli extra: «Le ore di lavoro straordinario, i notturni domenicali e festivi nonchè le giornate di riposo compensativo non pagate nei periodi in cui lavorava sette giorni su sette». E ha chiamato come testimoni decine e decine di collaboratori dei Berlusconi: dai marinai alle hostess, dal giardiniere al tuttofare fino ai body guard.