REDAZIONE VIAREGGIO

Cento anni fa nasceva l’istituto dei Poveri vecchi

Era l’anno 1918 quando due viareggini, Enrico Paladini ed il maestro Antonio Cinquini in servizio militare uno a Prato e l’altro a Firenze, fecero un voto al Sacro Cuore di Gesù, inconsapevoli l’uno dell’altro: se avrò salva la vita e rivedrò i miei cari, se la mia patria otterrà la vittoria, “nel mio paese e per mia iniziativa un tempio e un istituto di beneficenza sorgeranno ad eternare le tue glorie e i figli d’Italia, caduti sul campo dell’onore, saranno quindi perennemente ricordati e suffragati”.

E’ la prima idea della Casa di riposo dei Poveri Vecchi della quale in questo anno ricorre il centenario; non dell’attuale fabbricato che fu inaugurato nel 1929, ma di un Istituto che esisteva precedentemente che doveva accogliere i più poveri e fragili della società, e nello stesso tempo esprimere l’amore della patria insieme alla devozione al Sacro Cuore. Secondo il desiderio dei due militari, infatti, il tempio dedicato al Sacro Cuore doveva anche ricordare i caduti in guerra. Nella prima pubblicazione del “Foglio Volante” dell’Istituto dei Poveri Vecchi datata 12 settembre 1920 si legge: “Dobbiamo fondare un ricovero per i “Poveri vecchi”, si disse: questa fu l’idea e all’idea seguì subito l’azione, azione intensa, azione decisiva.” Gli inizi dell’opera furono molto incerti ma ben presto cominciarono gli aiuti che si moltiplicarono ogni giorno, ogni ora e che resero possibile l’opera. La prima sede dei Poveri Vecchi era in via Cairoli in un fabbricato in cattive condizioni, appartenuto alle Suore Mantellate: acquistato dal comitato organizzatore, dopo lunghi lavori, fu inaugurato nel settembre 1920. Entrando nell’Istituto a sinistra c’era l’ufficio della direzione e a destra la cappella sulle cui pareti spiccavano i ritratti dei viareggini caduti in guerra. Quello di cui è importante fare memoria a cento anni dall’esistenza di questa istituzione, è che si tratta di una Casa legata indissolubilmente alla nostra città.

Furono, infatti i viareggini che prestarono gratuitamente la loro opera per i lavori di muratura del fabbricato; furono organizzazioni diverse che contribuirono al mantenimento degli anziani, furono banche e privati che non fecero mancare il loro sostegno ai Poveri Vecchi. A tale proposito è curioso l’invito del foglio volante del 1920: “Donne viareggine, l’Istituto dei Poveri Vecchi s’inaugura oggi, non manchi il vostro aiuto”.

Oggi i tempi sono cambiati: ""Forse Dio e Patria – dice la presidente Elisabetta Urbano – sembrano nomi antichi, forse i Poveri Vecchi non sono più considerati una risorsa per le giovani generazioni, forse è più facile considerarli vite di scarto. Ma la Casa di Riposo è ancora là in mezzo alla città, proprio nel centro di Viareggio a ricordare che la sua storia anch’essa centenaria come alcuni dei suoi ospiti, è una pagina di solidarietà e di attenzione comune che porta la firma di questa comunità cittadina".